Quello che lascia maggiormente sconcertati forse di fronte alla notizia della ricapitalizzazione da 6 miliardi di Unicredito è l’atteggiamento tenuto da chi, fino a pochi mesi fa, era considerato uno dei migliori banchieri non solo italiani. E’, infatti, inaccettabile, sopratutto in un simile clima da panico dei mercati, il fatto che si decida un grosso aumento di capitale dopo che per giorni non si è fatto altro che rassicurare gli investitori che mai e poi mai sarebbe stata necessaria una simile operazione. Ed è ancora più grave giustificare il tutto con frasi di circostanza sulle incredibili condizioni di mercato che sarebbero state sottovalutate. E la reazione dei mercati in apertura, con il crollo delle quotazioni, è inequivocabile.
Insomma in un momento come questo in cui la fiducia degli investitori è prossima allo zero, un atteggiamento subdolo come questo non può fare altro che alimentare i sospetti e le paure. La banca di Piazza Cordusio ha pagato molto alto il prezzo della sua politica di espansione e della sua volontà di internazionalizzazione, che per una volta tanto, è paradossalmente, essere considerato aspetto negativo. Ma l’istituto di Piazza Cordusio paga anche una guerra intestina tra suoi soci, per il controllo della banca, a cui sicuramente stanno partecipando importanti banche internazionali, e c’è chi fa il nome di Jp Morgan e Citygroup, alla ricerca disperata di prede da azzannare, dopo avere ricevuto l’ombrello da 700 miliardi di dollari. Non si può, infatti, non pensare come i guai di Unicredito siano cominciati, ben prima che la crisi finanziaria scoppiasse in tutto il suo fragorem, ed esattamente in contemporaneità della fusione con Banca di Roma di Geronzi, che da tempo ormai aspira a prendere il posto che fu per tanto di Cuccia, alla strategica guida di Mediobanca. Ecco perchè il caso Unicredit è molto particolare nel panorama bancario internazionale, colpito da una crisi mai vista, e sicuramente un operazione come quella varata da Profumo e il modo in cui è stata concepita, senza praticamente alcuna immissione di nuova liquidità ma solo carta su carta, addensa nuvoloni ancora più neri sull’istituto e sopratutto sul suo amministratore delegato, che sembra ormai sempre più in bilico sulla sua poltrona. Perchè la situazione drammatica impone anche scelte drastiche e dolorose.
La sig
Grazia Marietta della banca C R T di Caselle TO
MI propone un investimento sicurissimo senza nessun
rischio più del 4% perchè io avevo detto che in assicurazione assitalia
mi garantiva il 3,8%
ho detto be se non ci sono rischi sono sicuri va bene
la cifra nel 2005 che ho versato era di 80.000,00 euro
giorno 18 dic 2008 mi dice che il mio capitale
era andato a 72.000,00euro la signora Grazia Marietta non c”era
altrimenti una persona onestissima come me doveva
andare a finire malamente
Io non dormo i grampi allo stomaco il nrvoso mi divora
sapendo chi mi ha rubato i soldi
Io adesso ho paura di incontrare la Grazia Marietta
perchè non so quali sono le mie reazioni
mi possono dare qualche suggerimento ?
Di Massimantonio Antonio
10072 Caselle via M.Quarantelli 25
Torino