Giusto in tempo; mentre l’assemblea straordinaria approva l’aumento di capitale da 7.5 miliardi di euro per Unicredit, vengono sbloccati i fondi libici permettendo l’adempimento degli accordi non scritti presi in precedenza.
Da una parte l’asse Italo-Libico è importante per gli investimenti del Bel Paese che ricordiamo sono stati bloccati per via della guerra; con la scomparsa del Colonnello però le attività stanno riprendendo e gli investimenti Italiani sul suolo Libico potranno dare finalmente i loro frutti. Dall’altra parte, forse più importante, ci sono i legami finanziari tra i due Paesi, rafforzati anche dal lavoro dell’ex-premier Berlusconi nel 2008.
La partecipazione della Banca Centrale Libica verso Unicredit è del 4.9% e dopo lo sblocco dei fondi della giornata di oggi (che casualmente e fortunatamente arriva per tempo) conferma la partecipazione all’aumento di capitale con 375 milioni di euro; altro supporto arriverà probabilmente anche dal Libyan investment Authority che con il suo 2.6% di partecipazione in Unicredit allarga la presenza Libica a Piazza Affari proprio sul secondo istituto di credito italiano per importanza.
L’asse Italo-Libico si rafforza e se dal punto di vista finanziario abbiamo il loro supporto per garantire una stabilità alle azioni italiane (visto che il prezzo vacillerà sotto il peso dell’aumento di capitale) dall’altro il nostro impegno negli investimenti sul territorio si rafforza con la fine del blocco e sopratutto con la licenza esclusiva di Unicredit proprio ad operare sul territorio Libico, ambita da molti e per ora esclusiva.
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