Eni chiude il terzo trimestre 2008 con risultati superiori alle attese sia a livello operativo che di utile netto. L’Ebit adjusted è salito a 6,2 miliardi eu (+46% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, +11% sul trimestre precedente e sopra le attese di 5,8 miliardi). L’utile netto è aumentato a 2,89 miliardi(+53% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, +25% sul trimestre precedente e sopra i 2,4 miliardi attesi). Nelle singole divisioni: per l’E&P (estrazioni e produzione) l’Ebit è cresciuto a 5,285 miliardi (+60% rispetto all’anno passato, +6% sul trimestre precedente e sopra i 4,9 miliardi stimati). Per il settore G&P (gas&power) l’Ebit è salito a 564 milioni, nella Petrolchimica l’Ebit si attesta a ?59 milioni eu, infine per l’Engineering si è fissato a 276 milioni eu. L’utile adjusted ha beneficiato anche di un livello di tassazione inferiore alle attese degli analisti (51,9% contro il 55% stimato). Per quest’anno il gruppo si attende una produzione in crescita del 3% rispetto all’anno passato.
Pesano però le prospettive negative dei prezzi del greggio, messi sotto pressione dal rallentamento dell’ecoomia; inoltre, secondo quanto suggerito da un analista, il mercato sembra non aver gradito la previsione di un aumento degli investimenti per quest’anno. E per questo motivo subito dopo la pubbliucazione dei dati il titolo è sceso in Borsa.
I risultati sono molto buoni. L’unico aspetto che solleva qualche preoccupazione è l’incremento del capex atteso per il 2008 rispetto ai 14 miliardi di euro annunciati solo pochi mesi fa,
ha detto un analista di Commerzbank. Ma malgrado ciò i report sul titolo continuano a mantenersi positivi. Banca Akros infatti, conferma il suo buy con target a 29,35 euro. Questo anche dopo le dichiarazioni del ad della società Paolo Scaroni che aveva dichiarato, nel corso della conferenza Oil & Money 2008 a Londra, che il dividendo di Eni è sostenibile anche con un prezzo del petrolio a 40 dollari al barile e che il piano investimenti 2008-12 al momento non è in discussione, tenuto conto che è stato elaborato su uno scenario di prezzi del greggio tra 50/54 dollari al barile.