Il Presidente della commissione UE sostiene l’andamento dei mercati; la comunicazione di opzioni per l’introduzione degli Eurobond fa’ dimenticare per un attimo le tensioni accumulate grazie alle agenzie di rating e fa’ respirare Piazza Affari che gira in positivo di appena lo 0.61%.
Arrivata a quota 13853 di FTSE-Mib, Milano è in positivo anche se il bancario è prossimo alla parità mentre Unicredit perde l’1.22% e Intesa San Paolo invece guadagna l’1.90%.
Il contrasto evidente all’interno del settore stesso è quindi indice di confusione; se da un lato Barroso ha fatto dimenticare Moody’s ai francesi, dall’altro attacca duramente la posizione dell’Unione Europea. Il Vecchio Continente non riesce infatti a sembrare compatto davanti agli occhi del mondo che continuano a vederlo segmentato e diviso e basta guardare Germania e Grecia (i due opposti) per rendersi conto che è vero. La lentezza poi con cui gli stati membri adottano le decisioni prese lo scorso 21 luglio si ripercuote negativamente sui mercati (nel medio periodo) come è giusto aspettarsi verso Paesi che non sono riusciti a implementare le misure anti crisi per tempo.
Se parte della colpa va’ quindi alla Bce per la situazione in cui ci troviamo, per tutto il resto le cause sono da ricercare in ogni Paese e nell’eccessivo individualismo che ancora non ci permette di essere una vera Unione e potenza a livello mondiale.
Nonostante questo, il cambio ancora favorevole con il Dollaro USA e la tenuta degli indici più importanti come il Dax tedesco confermano ancora una volta che la speranza di una ripresa non è svanita del tutto e ci sono ancora le fondamenta per avviare la crescita dell’Eurozona a patto che i provvedimenti vengano presi immediatamente.
Per la giornata di oggi il settore bancario è ancora sotto il mirino, tanto in Italia quanto in Francia; la dichiarazione della Cina che afferma di non voler più comprare debito alla cieca potrebbe aver effetti negativi sui titoli di Stato Italiani, dove peraltro lo spread Btp-Bund è prossimo ai 400 punti.
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