Era solo questione di tempo; S&P già minacciava silenziosamente un downgrade all’Italia e probabilmente voleva aspettare la fiducia alla manovra per confermare le aspettative di crescita nulle, fatto sta che da oggi invece di una A+ il nome del Paese sarà accompagnato da una bella “A”.
Crescita nulla abbiamo detto, ed è proprio in base a questo che arriva il voto di S&P; secondo l’agenzia di rating infatti il Governo italiano non ha saputo prendere le misure per evitare la crisi ed incentivare la crescita e si prevede per il Paese un momento di stallo (se non recessione) causato proprio dall’impotenza della classe Governativa di fronte ai problemi.
Anzi, secondo la stampa specializzata proprio il downgrade di oggi colpirà l’effetto della manovra; potrebbe infatti essere tutto vanificato visto che da oggi gli interessi sul debito pubblico italiano costeranno di più. Oltre il danno, anche la beffa quindi e le parole del comunicato ufficiale si soffermano proprio sull’azione del Governo:
Crediamo che il rallentamento dell’attività economica italiana renda difficile raggiungere i nuovi obiettivi in materia fiscale decisi dal governo. In aggiunta crediamo che quanto fatto dal governo per ribattere alle recenti pressioni del mercato evidenzi ancora incertezze politiche in futuro, riguardo al modo in cui vengono indirizzati i problemi dell’economia.
Le agenzie di rating avranno tutti i problemi di sorta (a cominciare da un conflitto di interessi per la situazione finanziaria in cui sono inserite) ma il loro potere è ancora indiscusso e sentirsi dire che il proprio Governo è inefficiente dovrebbe comunque far pensare che forse hanno ragione e questa fase economica non è stata nè compresa, nè combattuta.
Lo spread Btp-Bund sale (ancora) oltre quota 380 andando ancora una volta a ridosso del top assoluto che sembra proprio dover essere superato; non è invece tanto negativa la risposta del Mercato Azionario visto che per il momento sale dell’1.57% con le blue-chips più importanti in cima alla lista verde senza nessun settore che primeggia.
Bene Terna (+3.15%), Geox (3.04%) e UbiBanca (2.72%) mentre dal lato opposto troviamo Italcementi che cede l’1.02% e Unipol a -0.76% seguita da Impregilo a -0.75%.