Il nome Favini fa subito pensare a una delle migliori specializzazioni aziendali del nostro paese per quel che concerne la produzione di carta: ebbene, il 2011 della società veneta si è chiuso in maniera incoraggiante, con un fatturato complessivo che ha superato i 127 milioni di euro (quattro punti percentuali in più rispetto al 2010), oltre a un margine operativo lordo di 12,9 miliardi di euro, un risultato che ha addirittura superato del 41% quello dell’anno precedente. In aggiunta, non bisogna dimenticare nemmeno che l’utile netto si è attestato sui 3,2 milioni di euro, una performance di tutto rispetto, visto che il settore della carta sta facendo registrare una contrazione media di sei punti percentuali.
►INDUSTRIA DELLA CARTA: COME FUNZIONA LA SECCHERIA
Qual è il successo del gruppo di Rossano Veneto? Anzitutto, bisogna sicuramente menzionare l’ingresso trionfale di un fondo di private equity, vale a dire Orlando Italy. Quest’ultimo fa parte dell’universo Favini da almeno quattro anni e in questo periodo di tempo è stato in grado di risolvere molte situazioni critiche, in particolare focalizzando gli investimenti finanziari sulla ricerca di qualità e contribuendo al rilancio generale. Un business che si è ampliato in maniera esponenziale è quello delle carte industriali release: per l’appunto, Favini vanta una produzione importante in questo senso, una specializzazione molto rara a livello mondiale e addirittura unica in Italia.
►LE PROSSIME IPO DI PIAZZA AFFARI
Questa carta viene sfruttata soprattutto per le finiture superficiali e per l’industria della moda, del lusso e dell’arredamento. Tra l’altro, c’è anche da dire che le esportazioni sono riuscita a raggiungere una quota pari al 60% del fatturato totale, con i paesi del Sudamerica e quelli orientali a farla da padrona dal punto di vista geografico. Secondo Andrea Nappi, ad del gruppo vicentino, il settore industriale di riferimento è senza dubbio maturo, ma si è riusciti a far crescere delle nicchie in modo importante.