Il consiglio di amministrazione di Telecom Italia è pronto ad approvare lo scorporo della rete nel corso della riunione che si terrà nella giornata odierna. Ne sono convinti gli analisti finanziari di Société Générale, dopo aver parlato con il management del colosso telefonico durante un investor meeting. Gli esperti della banca d’affari transalpina, che negli ultimi giorni si stanno occupando molto del dossier dello spin-off della rete d’accesso, ritengono che “probabilmente Telecom Italia raggiungerà un accordo di principio per andare avanti con la separazione della rete”.
Gli analisti di SocGen si aspettano anche che, dopo l’approvazione dello scorporo, il colosso telefonico guidato da Franco Bernabè inizierà a discutere di tutte le varie opzioni possibili sia con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) sia con altri player. Le aspettative per un buon esito del meeting odierno del cda hanno fatto salire le azioni Telecom Italia, che ieri hanno chiuso con un progresso del 2,69% a 0,6495 euro, recuperando parte delle perdite accumulate la scorsa settimana.
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Le azioni risparmio, invece, hano chiuso con un rialzo dell’1,17% a 0,519 euro. Insomma, oggi il cda dovrebbe dare il via libera al progetto dello scorporo della rete, sebbene il primo socio della società, ovvero gli spagnoli di Telefonica, siano da tempo ostili a questa opportunità in quanto si tratterebbe di un precedente a livello europeo e inoltre comporterebbe costi per circa 100 milioni di euro. Gli esperti di Intermonte si collocano sulla stessa linea di SocGen, anche se il broker ritiene che il progetto potrebbe poi essere interrotto in un secondo momento in base alle nuove direttive Ue sulla regolamentazione del settore delle tlc in Europa.
Intanto, la sim milanese ha ribadito il suo rating “speculative buy” sul titolo con target price confermato a 0,75 euro. Secondo gli analisti di Berenberg, Cdp dovrebbe poi rilevare una quota del 20-25% della newco con un esborso intorno ai 2 miliardi di euro. Il broker ritiene che i margini di upside per il titolo sono ancora limitati, a meno che non arriverà qualcuno “interessato a investire nella nuova business unit in cambio di cassa per ridurre il debito netto del gruppo”.