Geox ha chiuso il primo trimestre del nuovo anno con risultati in calo. A penalizzare l’andamento dei conti societari, è stata la difficile con giuntura macro dei Paesi mediterranei, soprattutto di Italia e Spagna, che rappresentano il core business della società. Vediamo dunque quali sono le principali caratteristiche della trimestrale della società di Mario Moretti Polegato, e quali sono le prerogative per il futuro del bilancio del 2013.
A renderlo noto è la società in un comunicato diramato agli stakeholders, dove riporta l’evidenza di segnali positivi concentrati soprattutto nel corso del mese di aprile. Anche alla luce dei dati di cui del primo trimestre, il gruppo ha poi affermato di attendersi una flessione del fatturato vicina al 10 per cento (vedi anche la bocciatura di Geox dopo i conti 2012).
Stando a quanto riepilogava il quotidiano torinese La Stampa a commento dei dati fondamentali, “l’Ebit si attesta a 30,7 milioni di euro dai precedenti 62,9 milioni. L’Ebitda a 40,5 milioni da 72,3. Meno 20,4% i ricavi rispetto allo stesso periodo del 2012, a 262,5 milioni. Nello specifico, il debole andamento registrato a marzo è imputabile alle condizioni metereologiche sfavorevoli in Europa, che hanno posticipato la partenza della stagione primavera estate. Il mese di aprile ha invertito la tendenza e riportato vendite comparabili sostanzialmente stabili rispetto all’esercizio precedente”. Su base commerciale, le vendite societarie relative al periodo 1 gennaio 2013 – 12 maggio 2013 hanno segnato un calo del 12,5 per cento.
Per quanto attiene le affermazioni del top management, il presidente e fondatore Mario Moretti Polegato ha affermato che per Geox il 2013 costituirà un “anno di transizione”, ma nonostante l’incertezza sui tempi di ripresa dei consumi nel vecchio Continente, “la strategia impostata in nuovi prodotti e sul graduale spostamento del baricentro delle attività commerciale verso mercati emergenti come Asia Pacifico e Russia costituisce la base per lo sviluppo futuro del gruppo ed il rilancio della crescita” – conclude La Stampa.