Non sono ancora terminate le riunioni dei cda delle più importanti aziende, l’ultima in ordine temporale a ufficializzare i propri dati trimestrali é banca Mediolanum: nei primi nove mesi dell’anno, l’istituto ha riportato un utile netto in calo a 60,721 milioni di euro (-60% rispetto allo stesso periodo dello stesso anno), risultato che ha risentito della rettifica di valore dei titoli governativi greci in portafoglio, cui purtroppo molte banche hanno dovuto far fronte e svalutare questo tipo di strumenti finanziari. I dati sono stati pubblicati in questi ultimi giorni, insieme ai quali è anche stata comunicata la distribuzione di un dividendo di 7 centesimi per azione a partire dal prossimo 24 novembre.
I risultati sono complessivamente in linea con le nostre aspettative – hanno sottolineato gli analisti di Intermonte -. Sotto le attese l’acconto sul dividendo: noi ci aspettiamo che la cedola di quest’anno sia più bassa di quella dell’anno scorso. I dati evidenziano invece un andamento migliore delle aspettative delle commissioni e dei ricavi generati dall’attività bancaria. Ci aspettiamo che ottobre sia stato un mese molto positivo in termini di commissioni da performance.
Oltre ai conti trimestrali, il consiglio di amministrazione del gruppo bancario ha deliberato l’emissione di prestiti obbligazionari non convertibili per un valore fino a 250 milioni, che saranno collocabili entro il prossimo 30 giugno 2012.
Per quanto riguarda il contributo negativo degli investimenti a fair value, pari a Euro 52 milioni – precisa una nota – giova ricordare che vi sono Euro 73 milioni di minusvalenze non realizzate, e quindi solo potenziali, dovute alla particolare situazione di mercato a fine settembre, per le quali non vi sono aspettative di realizzo ed è pertanto previsto il recupero alla naturale scadenza dei titoli. Senza tali perdite temporanee di valore e la svalutazione ‘una tantum’ dei titoli greci, il risultato dei Primi Nove Mesi 2011 sarebbe stato superiore al risultato dello stesso periodo del 2010, nonostante il mancato apporto di commissioni di performance per circa Euro 66 milioni rispetto all’anno scorso.
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