Tra le tante banche che ci stanno facendo conoscere i loro dati relativi al 2011, Fideuram merita sicuramente un discorso a parte: l’istituto di credito romano, parte integrante del gruppo Intesa Sanpaolo, è stato infatti capace di conseguire un utile netto consolidato di poco superiore ai 175 milioni di euro, un risultato che è in deciso calo rispetto a quello conseguito nello stesso periodo di un anno prima (-17,2% per la precisione). Per quale motivo si è verificato un ribasso simile? Le principali motivazioni devono essere ricercate nelle svalutazioni che si sono succedute a livello dei titoli governativi della Grecia, una influenza nettamente negativa per quel che concerne il risultato annuale del gruppo stesso, tanto che sono stati calcolati 89,5 milioni di euro in merito all’incidenza in questione.
►BANCA FIDEURAM: AUMENTANO UTILE NETTO E MASSE AMMINISTRATE
Il discorso cambia completamente, al contrario, se si fa riferimento all’utile normalizzato, vale a dire quello che non tiene in alcun conto le componenti non ricorrenti dello scorso anno e che viene stimato al netto di tutti gli effetti tributari: nel dettaglio, in questo caso si deve parlare di una quota interessante, ovvero 275 milioni di euro, in aumento di quasi diciannove punti percentuali risetto a 365 giorni prima. Ma vi sono anche altri elementi del reddito che vale la pena mettere in evidenza. Si tratta, ad esempio, delle commissioni nette, in rialzo a livello di anno su anno del 2,5% (il totale ammonta a 556,2 milioni di euro), ma anche del margine di interesse con i suoi 140,4 milioni e i 13,4 punti percentuali di incremento.
►IL DECLASSAMENTO COINVOLGE ANCHE SETTE BANCHE ITALIANE
E cosa bisogna dire della patrimonializzazione di Fideuram? Il Tier 1, in particolare, la componente primaria del capitale, è giunto fino alle soglie del 17%, un altro motivo di soddisfazione, almeno secondo quanto trapela dai commenti di Matteo Colafrancesco, amministratore delegato della banca.