Quanto dura una crisi nei mercati? È possibile che si scenda ancora? Oppure è il momento di iniziare a comprare? Se qualcuno avesse una risposta definitiva a queste domande, sarebbe troppo facile investire con successo.
Nel momento particolare in cui ci troviamo, si tende a pensare ad un 2009 sostanzialmente di recupero per gli indici mondiali. Sembra che abbiamo scontato parte della crisi, anche se effettivamente sul piano reale la crisi vera non sembra quasi arrivata, poiché si parla tanto ma il nostro stile di vita continua ad essere più che buono.
Cosa possiamo aspettarci dal 2009? Innanzitutto, l’approccio migliore che possiamo avere è quello di non escludere nessuna possibilità, così da seguire il mercato nelle sue evoluzioni passo-passo.
In secondo luogo, uno studio della storia potrebbe rispondere alla prima domanda: osservando il Dow Jones di lungo periodo, partendo proprio dal 1929, proviamo a misurare l’entità temporale della Grande Depressione: iniziata nel Novembre 1929, da un top di circa 480, si è scesi fino al 1932 creando un bottom intorno a 40 punti indice. Attualmente, dal top assoluto in area 14000 il Dow Jones è sceso a 8600 con bottom a 7500. Senza divagare si nota immediatamente come per quanto catastrofico è stato il 2008, non è lontanamente paragonabile alla crisi degli anni 30 dal punto di vista dei mercati.
La possibilità di scendere ancora, non è poi così remota quindi: sicuramente non mancheranno occasioni d’acquisto importanti per questo 2009, ma forse non è ancora il momento di fare “cassetto” poiché il peggio è ancora dietro l’angolo pronto ad incombere sui mercati.
L’unico strumento in grado di limitare le perdite e proteggerci dalle sbagliate previsioni, rimane lo stop-loss: per il 2009 si raccomanda la massima prudenza negli investimenti, rischiando solo quando la nostra situazione finanziaria ce lo permette fissandoci prima di tutto una soglia massima di perdita che siamo disposti a subire, senza tentare il leggendario “colpaccio” che una volta funziona e altre cinque ci rovina.
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