Asset allocation
Letteralmente “allocazione del patrimonio”, esprime la suddivisione del portafoglio tra le varie classi di attività finanziarie, quali azioni, obbligazioni ed aree di investimento. Lo scopo è quello di raggiungere la diversificazione nei propri investimenti in relazione al grado di rischio che si vuole sopportare.
L’Asset Allocation rappresenta un punto fondamentale della consulenza finanziaria: ripartire a tavolino e con logica il rischio dei propri investimenti risulta determinante per garantire al risparmiatore una composizione del proprio portafoglio che soddisfi le ambizioni del cliente e la sua capacità di tollerare il rischio. Attività svolta dalle banche attraverso consulenti di comprovata esperienza. Una corretta Asset Allocation fornisce inoltre un supporto agli investimenti in momenti di forti accelerazioni negative, preservando per quanto possibile il capitale.
L’asset allocation determina le scelte strategiche in termini di valore da attribuire a ciascuna tipologia di strumento diversificando il portafoglio di investimento, piuttosto che investire tutto nel titolo più redditizio. Occorre, però, stabilire come ripartire il capitale iniziale tra più investimenti rischiosi e come si deve selezionare un titolo da aggiungere al portafoglio.
Fasi e livelli dell’asset allocation
Nel processo di asset allocation si presentano quattro fasi decisionali:
1- scelta delle macrocategorie di investimento da comprendere nel portafoglio;
2- stima dei rendimenti attesi, delle deviazioni standard e delle correlazioni esistenti tra le categorie o classi;
3- determinazione della frontiera efficiente;
4- scelta della composizione ottimale basata sugli obiettivi strategici del fondo comune di investimento.
L’innovazione nel campo finanziario produce incessantemente strumenti sempre più sofisticati, che vengono scambiati in mercati di dimensioni superiori al reddito prodotto dall’economia mondiale.
L’asset allocation si può declinare su tre livelli:
Conservativo: in questa categoria il fattore più importante è la conservazione del capitale.
Prudente: i due fattori più importanti sono il mantenimento del capitale e il reddito.
Equilibrato: l’investitore accetta il rischio di una possibile perdita in conto capitale per ottenere un rendimento superiore su base annua.
Aggressivo: il profilo di questo investitore è caratterizzato da una maggiore concentrazione sui fondi azionari e da una operatività più dinamica.