Aviva ha deciso di esercitare l’opzione di vendita per l’intera quota detenuta in Avipop Assicurazioni. Un grandissimo passo se si pensa che l’Italia, per la stessa, è il quarto mercato in ordine di grandezza per ciò che concerne il settore di riferimento. A darne l’annuncio è stato direttamente Banco BPM.
Tutto ciò è rappresenta il passo scontato che si sapeva si sarebbe intrapreso dopo la disdetta dell’accordo distributivo con Avipop Assicurazioni e Avipop Vita reso noto dall’istituto bancario lo scorso 30 giugno. E’ bene ricordare, per chi non ne fosse a conoscenza che Avipop Assicurazioni è gestita dalla joint venture Protezione tra il gruppo Aviva, che possiede il 50%+1 delle azioni e il gruppo Banco Bpm. Sono molte le partnership che coinvolgono il gruppo assicurativo, tra i quali figurano anche Unicredit, Ubi Banca e Banca Popolare di Bari.
Grazie alla naturale scadenza degli accordi di Banco BPM con Aviva e Unipol la banca ha ora avviato il processo di razionalizzazione delle fabbriche prodotto al fine di migliorare i propri servizi nel settore assicurativo ottimizzando i risultati per tutti. Al momento, interessati ad una possibile collaborazione per l’accordo di bancassicurazione dovrebbero essere Cattolica Assicurazioni e Covèa.
Le conseguenze della vendita sono state la riduzione del Cet1 di Banco Bpm di 74bp a circa il 10,4% e la conseguente necessità di vendita di Aletti ad Anima per un corrispettivo complessivo di 950 milioni di euro. Specificano gli esperti di Berember impegnati nel rating sul titolo Bamco Bpm:
Questo consente a Banco Bpm di aumentare il Cet1 di 91bp a circa l’11,3%, ma a discapito dell’utile. Per la quota del 15% di Banco Bpm in Anima , la banca dovrà, infatti, rinunciare a 20 milioni di euro di utile l’anno, circa il 3% dell’utile netto previsto dal consenso nel 2019.
E questo potrebbe avere effetto sulla riduzione dei suoi non performing loans.