Il gruppo assicurativo Generali ha affermato di aver chiuso il bilancio 2012 con un utile pari 90 milioni di euro (contro gli 856 nel 2011) dopo svalutazioni nette per 1,7 miliardi di euro. A pesare sono pertanto state le decisioni del top management in merito alla “pulizia” dei conti della compagnia triestina, che ora può così vantare un solvency ratio al 150% del livello minimo, rispetto al 117% di fine 2011. Il consiglio di amministrazione ha inoltre affermato che proporrà un dividendo invariato a 0,20 euro per azione, con pagamento il 23 maggio.
Sicuramente soddisfacente il trend assunto dalla gestione industriale, con una raccolta premi in crescita del 3,2 per cento a 70 miliardi e un risultato operativo di 4,2 miliardi (+10,5 p ercento). In proposito, il quotidiano Milano Finanza riportava anche la considerazione secondo cui “le svalutazioni non hanno avuto effetto sul margine di solvibilità della compagnia poichè, a quei fini, i suoi asset erano già contabilizzati al valore di mercato. Il solvency ratio di Generali è infatti salito al 150% del livello minimo rispetto al 117% di fine 2011” (qui il nostro approfondimento sulle prestazioni del gruppo assicurativo al di fuori del mercato nazionale – consultate, in merito, il nostro focus “Generali meglio all’Est che in Italia“).
Di fatti, spiegava una notta, il risultato netto finale risente quasi esclusivamente per svalutazioni di 1.682 milioni, di cui 1.271 milioni nel solo quarto trimestre, a loro volta attribuibili in maggior parte ai titoli Afs (792 milioni), alla partecipazione in Telco (148 milioni), a finanziamenti e crediti (118 milioni), real estate (56 milioni) e altri asset (156 mln).
Per quanto attiene l’area finanziaria, masse gestite per conto di terzi aumentate del 14,4 per cento a 96.379 milioni (88.207 milioni di euro nel precedente 2011). Il risultato operativo ha infine registrato un incremento del 21,7 per cento a 408 milioni (342 milioni in 2011), con un cost/income ratio migliorato a quota 69 punti percentuali, contro i precedenti 73,2 punti percentuali.
Vedremo, nei prossimi mesi, quale sarà l’evoluzione positiva assunta dai principali dati economici finanziari.