Fondiaria Sai continua ad attirare su di sé un numero incredibile di attenzioni: il riassetto e la riorganizzazione del gruppo assicurativo di proprietà della famiglia Ligresti tiene decisamente banco, le indiscrezioni sono molte, così come anche le pronte smentite. Almeno una certezza c’è però, vale a dire la conclusione dell’ultima giornata di contrattazioni, con un rialzo importante del titolo (7,76 punti percentuali), praticamente nulla in confronto all’aumento incredibile fatto registrare dalla controllante Premafin (+28%). Che cosa accadrà di preciso, tenuto conto che i tempi per agire non sono poi così lunghi? Come è stato prontamente intuito, l’obiettivo principale che deve essere conseguito è quello di una soluzione che sia il più completa possibile per quel che concerne l’intero gruppo.
Si parlava di una tempistica breve in precedenza ed in effetti bisognerà decidere entro la data del prossimo 27 gennaio, vale a dire quella fissata per il prossimo consiglio di amministrazione della società. A quel punto, si potrà conoscere l’importo definitivo dell’aumento di capitale, il quale dovrebbe essere compreso tra 600 e 750 milioni di euro, come stabilito appena due settimane fa. Come è stato candidamente ammesso, il quadro non è chiaro proprio a causa delle troppe ipotesi sul tavolo. In particolare, è Mediobanca che attende con ansia una proposta seria e concreta, anche perché il prossimo cda non inizierebbe nello stesso modo se non ci fosse una soluzione pronta e praticabile.
Meeting strategici in questo senso non dovrebbero esserci almeno per i prossimi due giorni, ma si è pronti a tutto, anche ad essere smentiti. I maggiori interessi sono ora concentrati sulla possibile fusione tra Fonsai e Unipol, la candidata più accreditata da questo punto di vista: l’operazione a cui è appena fatto riferimento viene ritenuta valida sotto il profilo industriale, ma vi sono dei lati negativi se si va a considerare l’ambito di competenza dell’Antitrust (la nuova quota di mercato sarebbe davvero imponente).
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