Berlusconi fa girare e gonfiare… l’economia

In principio furono alcuni, generici, “Provvedimenti di salvataggio per quelle banche che versano in uno stato di difficoltà”.

Quindi venne il giorno del “Decreto Anti-crisi” da 80 miliardi di euro, contenente agevolazioni su bollette e tariffe, tetto al 4% per i mutui (il Governo si accollerà l’eventuale eccedenza) e l’ormai celeberrimo sussidio per indigenti denominato “Social Card”.

E mentre i capi di Stato dei più importanti Paesi europei si sono incontrati nei giorni scorsi – tagliando fuori l’Italia – a discutere quali contromisure adottare per far fronte allo tsunami finanziario che rischia di indebolire in maniera significativa il “nostro” modello economico, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, predica un sano ottimismo come soluzione alla crisi.

Certificati su Enel: una strana storia di giochi di potere

 È il 23 Agosto 2007 e tutto sembra andare per il meglio. Gli indici corrono verso l’alto e niente può fermarli. Ora, con il senno di poi, sappiamo che non è così. Enel quota più di 7 euro per azione. La società ha attirato nel corso degli anni centinai di cassettisti, grazie a lauti dividendi e ad una solidità aziendale indiscussa che ha permesso una crescita quasi costante del valore delle azioni. Agli investitori più dinamici e propensi al rischio, vengono incontro certi istituti, i quali emettono certificati su Enel appunto, strutturati più o meno nel seguente modo:
compri il certificato ad un certo prezzo;
– se a scadenza il sottostante (in questo caso ENEL) quota sopra la soglia di sicurezza, avrai diritto ad un bonus;
– la soglia di sicurezza è posta tra i 4,30 e 4,50 euro (a seconda del certificato);
– i certificati scadono quasi tutti nel mese di Dicembre 2008.

Questo tipo di prodotti finanziari sono stati emessi prevalentemente da istituti svizzeri e tedeschi, in un periodo in cui la crisi ancora non si vedeva e gli analisti indicavano buy su tutto. L’unico fatto strano, era che l’emittente e l’analistaerano la stessa persona. Insomma, una banca emetteva certificati palesemente rialzisti e la stessa banca consigliava di comprare il sottostante, perché sarebbe salito.

Insomma, figurarsi se dopo 4 anni di crescita, si scende proprio adesso…figurarsi se Enel si troverà mai sotto i 4,30-4,50 euro…figurarsi se gli analisti si sbagliano!

I certificati andarono a ruba. Gli emittenti, si caricarono di un debito virtuale di bonus incredibile. Ma la scadenza era lontana e in Borsa, mai dire mai.

Santos pronta a risarcire i danni dell’eruzione di fango del 2006 in Indonesia

 Santos Ltd., la terza maggior azienda australiana attiva nella produzione di petrolio e gas naturale, ha avviato alcuni negoziati volti a stabilire la sua responsabilità nel disastro provocato dalla eruzione di fango che due anni e mezzo fa ha colpito l’Indonesia, provocando lo sfollamento di più di 30.000 persone  e milioni di dollari di danni: secondo gli analisti economici, l’obiettivo principale è quello di trovare un accordo tra le parti. L’accordo, il quale avrebbe comunque bisogno dell’approvazione dei regolatori indonesiani, potrebbe essere raggiunto già durante questa settimana, secondo quanto rivelato dall’Australian Financial Review. Il fango aveva cominciato a colare dal Banjar Panji dopo un’eruzione avvenuta nel maggio 2006 ed aveva inondato case, risaie e fattorie.

 

Il costo che la società australiana potrebbe pagare in questo caso si aggira su una cifra superiore agli 830 milioni di dollari australiani (549 milioni di dollari). Andrew Williams, analista finanziario di Credit Suisse Group di Melbourne, si è così espresso al riguardo:

L’intera questione può essere sintetizzata nel fatto che nessuno sa di che proporzioni sarà la responsabilità di Santos; potrebbe essere molto bassa, ma anche significativamente alta.

In febbraio, Santos ha provveduto a far aumentare le forniture per l’incidente da 7 milioni a 79 milioni di dollari: in settembre, poi, la stessa compagnia ha fatto sapere di ritenere la fornitura stanziata appropriata alla situazione ed ha respinto le accuse secondo cui starebbe sottovalutando la gravità del disastro.

Q-Cells taglia le previsioni di profitto: in crescita le dilazioni nelle consegne

 Q-Cells SE, la più grande compagnia al mondo per quanto riguarda la produzione di cellule fotovoltaiche, si è vista costretta a tagliare le sue previsioni di guadagno per quest’anno e anche per il 2009: il provvedimento si è reso necessario a causa del persistente indebolimento della domanda del settore, dato che i clienti tendono sempre più a posticipare le consegne. Il reddito netto per il 2008 della società tedesca sarà pari a circa 185 milioni di euro, il che significa non aver centrato la stima degli analisti, la quale prevedeva un profitto pari a 215 milioni di euro: l’annuncio è stato dato dalla compagnia, che ha sede in Germania, nella città di Thalheim, durante una conferenza stampa.

Entrando nel dettaglio, le vendite di Q-Cells ammonteranno a 1,225 miliardi di euro: anche in questo caso la cifra è inferiore alla previsione di 1,35 miliardi di euro. Secondo la stessa compagnia:

Nel corso degli ultimi anni, l’incertezza e l’indebolimento della domanda di mercato sono cresciuti notevolmente, anche a causa della crisi finanziaria. Il risultato è che un numero crescente di clienti di Q-Cells posticiperà le consegne fino alla fine di quest’anno. Queste grandezze non possono essere rimpiazzate in breve termine.

La domanda dovrebbe continuare a essere debole anche nei primi mesi del 2009, con una produzione totale che oscillerà tra gli 800 e i 1.000 megawatt: la società ha provveduto a fornire una previsione economica secondo cui vi sarò una produzione di almeno un gigawatt e un profitto pari a 2,25 miliardi di euro.

Nintendo rileverà Sony dopo le ottime performance di vendita nel mercato USA

 Nintendo Corporation è pronta a rilevare una quota consistente di Sony Co., dato che la maggior azienda al mondo per quanto riguarda la produzione di apparecchi per videogames ha annunciato che le vendite della sua consolle Wii sono più che raddoppiate durante il “venerdì nero” della settimana di shopping, consentendo in tal modo di far risollevare la spesa per i consumi statunitensi. La società giapponese ha venduto infatti poco meno di 800.000 consolle Wii nel periodo di riferimento, così come ha anche precisato il presidente Satoru Iwata in un’intervista a Kyoto, città dove ha sede la Nintendo: le vendite si sono notevolmente incrementate rispetto allo scorso anno, anche perchè la compagnia ha provveduto a far aumentare la produzione per venire incontro alla domanda.

 

Le vendite della Nintendo nel mercato statunitense contrastano con la tendenza attualmente dominante della spesa per consumo, la quale persiste ad essere debole anche in questo quarto trimestre; il comparto dei negozi al dettaglio sta registrando la sua peggior crisi da almeno quarant’anni a questa parte. Iwata ha anche voluto spiegare il successo della sua compagnia:

Siamo stati fortunati a poter osservare i nostri prodotti tra le scelte preferite dai consumatori. In un periodo in cui l’economia si sta progressivamente deteriorando, è molto importante rimanere su tali livelli.

Lo sciopero contro l’arresto di due sindacalisti fa chiudere due miniere di Penoles

 Due miniere messicane gestite dalla Industrias Penoles SAB, maggior azienda al mondo per quanto riguarda la produzione dell’argento, e altre due miniere rese operative da una società controllata, sono state chiuse dopo che i lavoratori avevano avviato uno sciopero volto a protestare contro l’arresto di due funzionari sindacali. Anche la produzione all’interno delle miniere Sabinas e Madero nello stato messicano di Zacatecas è stata bloccata, dato che la Mining and Metal Workers Union si era appellata in maniera illegale ai suoi membri per interrompere il lavoro dopo gli arresti. Fresnillo Plc, una delle unità produttive di Penoles, ha fatto sapere che le sue miniere, oltre a quelle di Ciniega, sono state chiuse: Fresnillo rappresenta la principale miniera d’argento al mondo.

 

Il Mexican Attorney General’s Office, la procura generale della nazione centroamericana, ha provveduto agli arresti di Carlos Pavon Campos, direttore della comunicazione del sindacato, e Juan Linares Montufar, addetto alla sicurezza, dopo che i lavoratori avevano accolto il reclamo secondo cui il sindacato avrebbe mal gestito un finanziamento di 55 milioni di dollari dei minatori. Anche il governo messicano si è mosso per “congelare” alcuni conti bancari del sindacato. Secondo Rodrigo Heredia, analista della società Ixe Casa de Bolsa SA:

Tale problema è cominciato come una questione a due, tra Grupo Mexico e il sindacato, ma si sta trasformando pian piano in un vero e proprio conflitto tra il sindacato e il settore minerario.

Analisi Tecnica: cosa è cambiato sul Dow Jones?

 Rialzo interessante quello del Dow Jones Industrial Average, che a fine giornata trova la forza di chiudere a 8635,42 punti indice, mettendo a segno una performance del 3,65%: viene da chiedersi se nel medio periodo sta cambiando vento, oppure se siamo di fronte all’ennesima oscillazione non significativa.
L’osservazione dei grafici weekly smentisce (allo stato attuale) l’ipotesi di un cambio di tendenza: non vi sono infatti segni di ripresa, anzi rimane un target al ribasso da raggiungere (i minimi del 2002). Certo, per invertire la tendenza su un grafico di questo tipo è necessario un determinato arco di tempo, al fine di permettere la formazione di pattern e il posizionamento degli oscillatori in zone di rilievo.