Prima perdita dal 2002 per Swiss Re a causa di errate scommesse sugli swap

 Swiss Reinsurance Co., una delle maggiori compagnie assicurative del mondo, ha fatto rilevare la sua prima perdita negli ultimi sei anni ed ha dovuto conseguentemente sospendere un programma di riacquisto di azioni, a seguito di scommesse sbagliate sugli swap creditizi. La società svizzera ha riportato un calo di circa il 5% alla borsa di Zurigo: la perdita totale del terzo trimestre del 2008 ammonta a 304 milioni di franchi svizzeri (259 milioni di dollari), dato non incoraggiante se confrontato col reddito netto ottenuto lo scorso anno (1,47 miliardi di franchi).

 

La stima media di otto analisti economici è stata di circa 150 milioni di franchi di profitto. Il comparto assicurativo è stato indebolito dalle persistenti perdite nei contratti venduti al fine di proteggere i clienti contro i declini dei titoli a reddito fisso: Swiss Re ha effettuato registrazioni per 289 milioni di franchi per quanto riguarda gli swap. Una situazione simile è stata vissuta dalla società statunitense American International Group Inc., che ha recentemente avuto bisogno di un prestito governativo di 85 miliardi di dollari al fine di porre un freno alla perdite sugli stessi prodotti.

 

Entro la fine del 2008 KKR diverrà una compagnia pubblica: la crisi economica sta rallentando la trasformazione

 KKR & Co. LP, la società finanziaria specializzata in particolare in operazioni di leveraged buyout e guidata da Henry Kravis e George Roberts, ha rimandato la pubblicazione dei suoi piani per la seconda volta in un anno, dato che la crisi del credito ha sempre più eroso il valore dei propri investimenti. La compagnia olandese, la quale sta progettando di diventare una compagnia pubblica rilevando la società che aveva creato nel 2006, avrà bisogno di un’altra settimana per poter completare la transazione.

 

KKR ha affermato che diverrà una compagnia pubblica entro la fine del 2008. Questo ritardo, come già sottolineato, è la conseguenza del rallentamento dell’economia globale e della forte crisi subita dai mercati finanziari a seguito della bancarotta di Lehman Brothers: la stessa società olandese ha fatto sapere che la difficile situazione dei mercati è continuata per tutto il mese di ottobre e a testimonianza di ciò c’è il calo di oltre 649 milioni di dollari nel valore degli investimenti che si è verificato negli ultimi tre mesi.

 

Commodities: target e livelli delle più trattate

 Sembra ormai esplosa la bolla delle Commodities: in soli 4 mesi alcune hanno addirittura dimezzato il loro prezzo sul mercato (è il caso del rame e del petrolio che rispettivamente hanno subito ribassi del 50% e 53%). Graficamente, non si può ancora affermare che abbiamo toccato il fondo: mancano all’appello target ribassisti che non sono ancora stati smentiti (nonostante la ripresa parziale di alcuni livelli) in nessun modo. Per cui attualmente si mantengono le posizioni short riducendo gli stop loss e ponendo particolare attenzione alle singole giornate di contrattazione.
Precedentemente abbiamo proposto diverse analisi su alcune commodities interessanti, vediamo ora come si è evoluta la situazione dopo qualche tempo:

Con la conclusione dello sciopero dei macchinisti della Boeing, la società statunitense cerca di recuperare il lavoro arretrato

 I macchinisti della Boeing Co. hanno cominciato a tornare a lavorare oggi, dopo aver accettato un nuovo contratto che prevede un aumento del 15%: si è così concluso uno sciopero che aveva reso inattivi gli impianti di fabbricazione di aerei per ben otto settimane e che aveva inoltre provocato un taglio dei profitti pari a 10,3 milioni di dollari al giorno. Il nuovo contratto, di durata quadriennale, è stato approvato la scorsa notte dal 74% dei votanti, così come è stato annunciato dall’International Association of Machinists and Aerospace Workers.

 

Secondo Scott Carson, top manager della Boeing:

Si attende con ansia il momento in cui il team di lavoratori torni insieme per poter riavviare i lavori di costruzione di aerei per i nostri clienti.

La seconda compagnia al mondo per quanto riguarda la costruzione di aerei commerciali potrebbe avere bisogno di un altro mese per assestare al meglio le linee di assemblaggio. Lo sciopero indetto dai 27.000 membri della Boeing degli stati di Washington, Oregon e Kansas ed avviato lo scorso 6 settembre, è costato alla società statunitense circa 100 milioni di dollari in perdite per ogni giorno senza lavoro. Richard Aboulafia, analista statunitense esparto di consulenze nell’ambito dell’aviazione, si è così espresso al riguardo:

La maggior parte del lavoro di riassestamento sarà ben effettuato, nonostante richiederà più di un anno. Un altro fattore positivo è che nessuna compagnia aerea ha cancellato i suoi ordini a causa dello sciopero.

 

Spunti rialzisti dall’America: Dow Jones e S&P-500 invertono la tendenza di brevissimo periodo

 L’indice Dow Jones Industrial Average per 3 settimane consecutive non rompe al ribasso il supporto dinamico di lungo periodo azzurro: il minimo della settimana appena conclusa è stato creato proprio a ridosso della trend-line ad un valore di 8143,59; da questo valore i compratori hanno “spinto” le quotazioni fino ad un massimo di 9454,36 per poi concludere la candela weekly il giorno Venerdì a 9325,01 punti indice.
Il grafico daily mostra diversi spunti rialzisti creati nelle ultime 2 settimane.

L’unione tra Panasonic e Sanyo conferma l’interesse delle due aziende per lo sviluppo del commercio dell’energia solare

 Panasonic Corp., la più grande azienda al mondo per quanto riguarda la produzione di elettronica da consumo, tenterà di acquistare il controllo della Sanyo Electric Co. dai suoi principali azionisti. L’azienda giapponese lancerà a breve una proposta formale di acquisizione a Goldman Sachs Group Inc., Sumitomo Mitsui Banking Co. e Daiwa Securities SMBC Co.: l’indiscrezione è stata fatta da un dirigente della Panasonic che però ha preferito rimanere anonimo, dato che il piano non è stato ancora reso pubblico. Ed Rogers, direttore generale della società finanziaria Rogers Investment Advisors Y.K., si è così espresso al riguardo:

Non deve destare sorpresa il fatto che vi siano unioni di questo tipo, soprattutto alla luce della recente crisi economica.

 

Goldman Sachs e le due banche giapponesi detengono attualmente azioni privilegiate pari al 70% del totale di quelle della Sanyo, una delle principali aziende mondiali per la produzione di batterie ricaricabili. Le azioni privilegiate dovrebbero raggiungere una cifra superiore ai 6 miliardi di dollari, se dovessero essere convertite in azioni comuni al prezzo di chiusura di ieri del mercato (145 yen). La Panasonic avvierà le trattative per l’acquisto della partecipazione di maggioranza della Sanyo al fine di allargare i suoi affari nel commercio dell’energia solare: Hiroyuki Okamoto, uno dei portavoci della Sanyo, ha affermato di non avere ulteriori informazioni riguardo ai negoziati.

 

La joint venture tra Jujitsu Ltd. e Siemens permetterà un aumento delle vendite dei server: si attende solo l’annuncio

 Fujitsu Ltd., la maggiore compagnia giapponese di servizi di software, è molto vicina a chiudere l’accordo per l’acquisto del 50% della partecipazione della Siemens AG: l’operazione è volta a creare una joint venture tra aziende di computer, al fine di aumentare le operazioni dei server. La società informatica asiatica potrebbe a tal fine spendere una cifra compresa tra i 50 miliardi  (515 milioni di dollari) e i 60 miliardi di yen: è atteso per la prossima settimana l’annuncio riguardo a questa intesa.

 

Un acquisto di questo tipo permetterebbe alla compagnia di Tokyo di avere il controllo completo sulla Fujitsu Siemens Computers Holding BV per poter espandere le vendite di computer in Europa, visto che il mercato giapponese si trova ancora in difficoltà. Per quanto invece riguarda la Siemens, la compagnia tedesca vedrebbe di buon occhio l’intesa, alla luce dei piani del direttore generale Peter Loescher, il quale punta a focalizzare le operazioni della società sul settore energetico, industriale e nei servizi sanitari. Michael Busse, analista economico di Magonza (Germania), ha così commentato la notizia:

Se si assume il punto di vista della Siemens si può sicuramente guardare con ottimismo al futuro. In questo ambiente, infatti, la società tedesca dovrebbe essere lieta di ottenere denaro dall’accordo.

 

S&P-MIB: target raggiunto, nuovo livello di supporto

 Continuiamo a monitorare da vicinissimo il nostro indice italiano: la delicatezza dei livelli sui quali ci stiamo muovendo, merita un’attenzione particolarissima. La giornata di ieri Giovedì 30 Ottobre ha disegnato sul grafico un’altra potenziale Doji: le contrattazioni sono iniziate a 20734 e si sono concluse a 20768, due valori molto vicini che disegnano sul grafico daily un body ridottissimo, quasi inesistente. La differenza rispetto alla Doji del 27 Ottobre, è la posizione: non trovandosi ad un bottom (o ad un top) di un movimento importante, l’operatività su violazione dei livelli estremi (21238-20418) è estremamente sconsigliata.

Japan Tobacco aumenta le sue stime di crescita per il 2008 ed è pronta a far sbarcare oltreoceano la sua produzione

 La Japan Tobacco Inc., terza azienda al mondo per quanto riguarda la produzione e il libero commercio delle sigarette, ha provveduto a innalzare le sue previsioni di profitto per tutto il 2008 di circa 8,1 punti percentuali. Il reddito netto della società asiatica è infatti previsto in crescita di ben 160 miliardi di yen (circa 1,6 miliardi di dollari) nei dodici mesi che si concluderanno nel prossimo marzo: il dato è davvero interessante e notevole, soprattutto se viene confrontato con le stime di crescita che sono state stilate lo scorso luglio, le quali prevedevano un aumento dei profitti pari a 148 miliardi di yen.

 

L’annuncio del cambiamento di previsioni è stato dato dalla stessa compagnia giapponese in una dichiarazione alla borsa di Tokyo. La Japan Tobacco, che tra l’altro fornisce i suoi prodotti ad importanti aziende come la Camel e la Mild Seven, è inoltre in procinto di espandere la sua produzione oltreoceano, al fine di compensare i cali fatti rilevare nel mercato domestico: in effetti, in Giappone i legislatori considerano le tasse sul tabacco troppo elevate, anche perchè le tariffe delle sigarette sono pian piano scese considerevolmente. Le vendite di tabacco oltreoceano sono poi in una fase di stallo, a causa in particolare del rilevamento da parte dell’azienda britannica Gallaher Group Plc., avvenuto lo scorso anno.

Piazza Affari vola in alto: raggiunta la prima resistenza

 A livello settimanale l’indice SPMIB recupera i minimi del 2003: sarà importante chiudere sopra i 20346 la settimana corrente per allontanare almeno momentaneamente lo spettro di un nuovo minimo annuale da panico. L’importanza di questo grafico è stata indicata da Mr. Gann, che più volte nei suoi scritti ripete la valenza delle indicazioni scaturite dallo studio dei grafici weekly. È fondamentale quindi tenerlo sempre aggiornato indicando i massimi e minimi di periodo e assoluti, oltre ai livelli di resistenza e supporto sia statici sia dinamici.

Terzo taglio dei tassi di interesse negli ultimi due mesi per la Cina: numerosi settori economici continuano a declinare

 La Cina taglia i tassi di interesse per la terza volta negli ultimi due mesi: l’operazione è volta a stimolare la crescita della nazione asiatica, dato che la crisi finanziaria globale sta sempre più minando la quarta maggiore economia mondiale. I tassi a un anno sono scesi al 6,66%, partendo da 6,93%, secondo quanto affermato dalla People’s Bank of China. Le cose non vanno meglio neanche per i tassi di deposito, scesi dal 3,87% al 3,60%. La debole domanda per le esportazioni e la sempre più bassa proprietà di mercato stanno minacciando di scatenare un crollo finanziario senza precedenti, dopo che la crescita è salita al tasso più basso degli ultimi cinque anni.

 

Il governo cinese ha provveduto a innalzare i rimborsi delle esportazioni, a tagliare i costi per gli acquisti di immobili e a impegnarsi in maggiori spese nelle infrastrutture, al fine soprattutto di proteggere gli impieghi e di sostenere l’espansione economica. Xia Bin, ricercatore dell’istituto State Council Development and Research Center di Pechino, si è così espresso:

L’economia della Cina è ancora ad alto rischio per quanto riguarda un drastico rallentamento e non si vede una soluzione efficace.

La produzione della nazione asiatica è cresciuta a livelli molto bassi a settembre e gli ordiniativi sono calati al minimo livello da tre anni a questa parte nel terzo trimestre.