Alberto Nagel iniziò a lavorare, proprio negli uffici di Piazzetta Cuccia, nel 1991. Ai tempi Mediobanca era l’unica banca d’affari italiana, fondata per sostenere la ricostruzione del paese dalle macerie del secondo dopoguerra. L’istituto fondato nel 1946 fu il perno del capitalismo domestico che realizzava il miracolo economico, fino a diventare il salotto buono in cui erano custodite partecipazioni in campioni nazionali della finanza e dell’industria.
Ad ottobre 2023, quando Alberto Nagel ha raccolto il consenso degli analisti e dei soci per il rinnovo del suo incarico da amministratore delegato, Mediobanca era già diventato un gruppo bancario diversificato. Il modello di business si è infatti sensibilmente evoluto, puntando su più divisioni specialistiche che lavorano in sinergia ed ha offerto rendimenti notevoli agli investitori, attratti in borsa da risultati in costante crescita che spiccano tra i bilanci del settore bancario.
La strategia scelta da Alberto Nagel e i risultati finanziari conseguiti
Come spiegato in un articolo della testata InvestireOggi, a giudicare dai risultati finanziari si nota il legame tra il valore economico generato da Mediobanca e la trasformazione compiuta negli ultimi dieci anni. Proprio Alberto Nagel, diventato CEO di Mediobanca nel 2008 dopo aver scalato le gerarchie interne di Piazzetta Cuccia, ha scommesso su questa evoluzione. Nagel è riuscito a dare un nuovo profilo al gruppo finanziario dopo essere stato avviato alla carriera secondo gli insegnamenti di Enrico Cuccia, che ha ereditato soprattutto dai collaboratori di lungo corso del fondatore. L’evoluzione di Mediobanca dei tempi recenti è servita a navigare in un mercato profondamente cambiato, per la presenza dei colossi internazionali dell’investment banking quanto per la fine della separazione tra questo settore e quello del credito tradizionale.
Tra i dati che fotografano l’evoluzione di Mediobanca è il total shareholders return quello che fa la sintesi tra l’apprezzamento del mercato e il guadagno degli investitori che hanno inserito in portafoglio azioni dell’istituto di Piazzetta Cuccia: nel periodo 2013-2023, tocca il 270% l’indicatore che considera la rivalutazione del titolo a Piazza Affari, comprensiva dei dividendi reinvestiti. I massimi registrati dal prezzo delle azioni segnano +160%. I dividendi staccati nello stesso periodo in favore degli azionisti ammontano a 4 miliardi di euro, di cui oltre la metà (2,2 mld) negli ultimi quattro anni.
Mediobanca registra una crescita composta dei ricavi pari al 7% annuo, contro una media dell’1% delle banche italiane
Alberto Nagel ha guidato Mediobanca nella realizzazione di vari piani industriali orientati alla trasformazione del Gruppo, che ha centrato gli obiettivi prefissati in ciascun triennio. Il risultato è che al momento Mediobanca è l’unico titolo di una banca italiana ad avere in borsa una capitalizzazione che vale quasi l’intero valore del suo patrimonio netto. I risultati hanno visto il raddoppio dei ricavi, saliti da 1,6 miliardi nel 2013 a 3,3 miliardi nel 2023, e un vero e proprio decollo della profittabilità, col risultato operativo che da 400 milioni nel 2013 è aumentato di oltre il 300%, toccando quota 1,62 miliardi a chiusura dell’esercizio 2022-2023. Superiore a 1 miliardo l’utile netto, che incide per circa il 30% dei ricavi. Altrettanto forte la solidità patrimoniale, certificata da un indice Cet1 al 15,9% e un ritorno sul patrimonio netto tangibile al 13%. Questi dati spiccano nel contesto del settore bancario: la crescita composta dei ricavi di Mediobanca, infatti, è pari al 7% annuo, contro una media dell’1% delle banche italiane.
Lo stipendio di Alberto Nagel e i nuovi obiettivi nel Wealth Management
Alberto Nagel, raggiungendo i traguardi stabiliti nell’ultimo piano strategico, si è assicurato un emolumento totale di 5,8 milioni di euro per l’anno fiscale 2022-2023. L’importo include un bonus a lungo termine assegnato per il conseguimento degli obiettivi specifici, che ha incrementato la sua retribuzione del 30% rispetto all’anno precedente.
La strategia adottata da Alberto Nagel e dalla squadra di manager punta ora ad un’affermazione definitiva della divisione Wealth Management, delineata dal piano strategico 2023-26 “One Brand One Culture”. Mediobanca punta ad intercettare la ricchezza disponibile in varie fasce delle famiglie italiane e le opportunità di un mercato in espansione. Creata nel 2013, l’area di business specializzata nella gestione dei patrimoni garantisce un robusto afflusso di commissioni ed è funzionale alla crescita a basso assorbimento di capitale, orientamento che il gruppo ha messo in cima alle sue priorità. La divisione che si occupa della ricchezza di famiglie e imprenditori diventerà, quindi, centrale per Mediobanca.
Il ruolo del credito al consumo e della divisione assicurativa
Quattro le divisioni di business di Mediobanca: oltre che nel Corporate & Investment Banking e nel Wealth Management, il Gruppo opera nel credito al consumo, attraverso la controllata Compass, e ha una divisione Insurance, costituita dalla partecipazione nel capitale di Generali. Storicamente, il credito al consumo ha rappresentato un solido generatore di ricavi, che accelera nelle fasi di rallentamento dell’economia e dunque contrasta l’impatto sortito dalle crisi su altre divisioni di business. In maniera simile, il comparto assicurativo ha un andamento che non segue le oscillazioni di mercato e sta dunque diventando sempre più un pilastro utile a sostenere la stabilità delle banche. L’agenda di Alberto Nagel prevede un consolidamento di questo modello basato su quattro divisioni, con una specifica attenzione per gli azionisti di Mediobanca. Il nuovo piano strategico prevede la distribuzione di 3,7 miliardi di euro agli investitori entro il 2026, dati dalla somma dei dividendi e dell’effetto dei riacquisti di azioni. Obiettivi di un piano industriale che, sebbene ambizioso, si basa su una tradizione di crescita che in più occasioni ha superato le aspettative.