Le banche italiane non dovrebbero restituire subito il denaro preso in prestito dalla BCE nel corso delle ultime aste di rifinanziamento, che l’istituto di Francoforte ha lanciato per la prima volta nell’estate del 2009 per dare ossigeno agli istituti di credito europei usciti malconci dalla crisi finanziaria generata dal crollo dei mutui subprime e di Lehman Brothers. Tuttavia, in quell’occasione la durata delle aste dell’Eurotower erano di breve durata fino a dodici mesi. Lo scoppio della crisi dell’euro ha reso necessaria una nuova mossa in tal senso.
Così il 21 dicembre 2011 Draghi ha concesso 489 miliardi di euro a 523 banche a un tasso dell’1%. Il 28 febbraio 2012 c’è stata una replica con prestiti per 530 miliardi di euro a 800 istiuti di credito continentali. Il finanziamento ha avuto sempre una durata triennale a un tasso dell’1%. Queste aste sono note come Long-Term Refinancing Operation (LTRO). Secondo quanto dichiarato dai vertici delle principali banche italiane non c’è alcuna fretta di rimborsare il debito contratto con la BCE.
► BANCHE ITALIANE PROMOSSE DALL’OCSE
Gli istituti di credito italiani hanno preso in prestito 255 miliardi di euro di denaro a basso costo che, sebbene doveva servire per rilanciare l’economia reale con finanziamenti a imprese e famiglie, è stato utilizzato per fare carry trade sui bond, in particolare i Btp che nei momenti più difficili della crisi rendevano anche più del 6% sulle scadenze decennali. Victor Massiah di Ubi Banca, che ha preso in prestito 12 miliardi dalla BCE, ha dichiarato che non ci sarà un rimborso nel breve in quanto “oggettivamente resta conveniente per una banca italiana l’arbitraggio con lo 0,75% di costo”.
► BANCHE ITALIANE PROMOSSE DA UBS
Intesa SanPaolo, che ha ottenuto 26 miliardi dalla BCE, è intenzionata a non muoversi nella direzione del rimborso. La stessa situazione viene riscontrata in Banca Mps (29 miliardi) e Mediobanca (7,5 miliardi). Unicredit, che ha ricevuto 26 miliardi, deciderà più avanti in base alla convenienza del momeento. A fine mese si aprirà la prima finestra di rimborso, alla quale dovrebbero partecipare solo i francesi di Bnp Paribas, i tedeschi di Commerzbank e gli spagnoli di Santander.