La Banca Centrale Europea concede più tempo alle banche per lo smaltimento dei crediti in sofferenza. Il documento in tal senso, è stato pubblicato ieri sera e stabilisce però che che i piani di risoluzione di questi doli, seppur graduali, devono essere “realistici”.
E’ necessario sottolineare come in Europa a settembre 2016 si contavano ben 921 miliardi di euro di non performing loans di cui un un quarto solo in Italia. Ecco quindi che la BCE sta chiedendo alle banche di presentare dei piani credibili di riduzione dei crediti dubbi rendendosi però conto che un azzeramento dell’esposizione potrebbe avere effetti tragici sui coefficienti patrimoniali. Non ci si può permettere il congelamento del credito a famiglie ed aziende causato da aumenti di capitale indiscriminati. E’ per questo motivo che le linee guida sui non performig loans della Bce hanno più che altro un “carattere qualitativo” e non specificano il passo da tenere o gli obiettivi da raggiungere.
Un approccio che sembra essere il più adatto al momento che si basa sull’osservazione e sull’invadenza della Banca centrale solo quando necessario ed in base alla gravità delle sofferenze delle banche, che in Italia si traduce in un’osservazione particolare nei confronti di Mps, Banco Bpm, Banca Carige, Banco Popolare e Ubi. Suggerendo, in caso, anche la vendita dei pacchetti Npl.
Sono necessari tempo e decisione: per questo motivo la Bce ha chiesto ai governi, tra le altre cose, di agire con decisione modificando in caso quadri giuridici e giudiziari per rendere più facile alle banche ridurre le loro sofferenze.