Nonostante un accordo trovato in extremis, il debito pubblico italiano sembra pesare e non poco sul bilancio finanziario europeo, almeno stando a ciò che si evince dal bollettino mensile di dicembre della BCE.
Il debito pubblico dell’Europa, secondo la banca centrale europea, è peggiorato proprio in virtù del peggioramento dei conti italiani e della deviazione nostrana dal patto di Stabilità. Tanto che all’interno del report vi è una parte specificatamente dedicata al Bel Paese:
Le prospettive relative al disavanzo delle amministrazioni pubbliche dell’area dell’euro per i prossimi due anni sono peggiorate e il più elevato disavanzo è in parte il risultato di un notevole peggioramento del saldo di bilancio previsto in Italia, in seguito all’espansione fiscale inserita nei documenti programmatici di bilancio che violerebbe gli impegni presi nell’ambito del Patto di stabilità e crescita. È necessario proseguire gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche nel pieno rispetto del Patto di stabilità [e risulta] particolarmente preoccupante la circostanza che la più ampia deviazione rispetto agli impegni assunti si riscontri in Italia, un paese in cui il rapporto tra debito pubblico e Pil è notevolmente elevato.
Tutto ciò potrebbe portare ad un indebolimento ulteriore degli Stati già considerati “vulnerabili” e che potrebbero rimanere soggetti ad “eventuali futuri episodi di flessione economica o di instabilità dei mercati“. Se a questo si aggiunge il rallentamento globale dell’economia, vi sono troppi segnali che implicano la necessità di compiere le giuste scelte: monito rivolto a tutti gli Stati membri, soprattutto in un periodo come questo dove a pesare vi è anche “l’impatto delle tensioni sui dazi tra Stati Uniti e Cina [che] gravano sull’attività mondiale“.
Non è mancato un cenno anche alla situazione dell’inflazione:
In prospettiva, ci si attende che l’inflazione di fondo aumenti nel medio periodo, sostenuta dalle misure di politica monetaria della Bce, dal perdurare dell’espansione economica e dalla più vigorosa dinamica salariale. Questa valutazione si riflette sostanzialmente anche nelle proiezioni macroeconomiche di dicembre.