Contingency plan per salvare Europa da rischio contagio

Solo un piano d’emergenza potrebbe salvare i Paesi membri dell’Unione Europea dall’effetto contagio. La crisi che sta colpendo Italia e Spagna può mandare in frantumi l’euro con conseguenze drammatiche sull’economia mondiale, sostengono gli analisti. in realtà dobbiamo ricordarci che questo é successo e continua a succedere anche per il dollaro, ma gli americani non sembrano lamentarsi più del dovuto, consapevoli del fatto che, moneta debole significa anche più competitività globale a livello di esportazioni. Fatto sta che l’Europa sembra intenzionata a mantenere il suo altissimo livello di valore dell’euro (quasi arrivato al doppio rispetto al dollaro) e l’Ue, le banche centrali e il Fondo Monetario Internazionale sono al lavoro per pensare una soluzione.

Proprio secondo quest’ultimo non é da escludersi un aumento di capitale per finanziare l’eventuale ‘contingency plan’ (piano di contingenza), per prevenire l’onda d’urto globale che potrebbe derivare da un contagio ad economie pesanti dell’Eurozona e quindi il serio rischio per l’economia europea, di perdere la propria stabilità e credibilità. Questo piano quindi é solo ipotetico, nel senso che verrebbe concretizzato solo nel momento in cui gli argini della crisi superassero un determinato limite.

L’input a discutere una rete di sicurezza arriva dagli Usa. Ma l’esigenza di avere una rete di protezione, arriva anche dall’Europa, soprattutto da Berlino. E il tema potrebbe essere oggetto di discussione al G20 di Cannes la prossima settimana. Questo nuovo piano da organizzare (nel quale le banche centrali avrebbero un ruolo fondamentale nel caso dell’ipotetico scenario di necessità), si affiancherà al già approvato rafforzamento del fondo di salvataggio `Efsf´, le cui risorse dovrebbero essere aumentate di 1000 miliardi, aumentandone di ben cinque volte il bilancio tramite la vendita di assicurazioni sui titoli di stato Paesi e lo “special purpose vehicle”), uno strumento ad hoc per attrarre fondi da investitori esterni, tra i quali anche i Paesi asiatici.