Non sarà ancora da escludere un aiuto a medio termine in futuro, ma per il momento Mario Draghi, nel corso dell’audizione al Parlamento Europeo, conferma lo stop al quantitative easing con la fine del prossimo mese. E, seppur senza nominarlo, tira le orecchie anche al nostro paese per la gestione della questione “manovra“.
In poche parole, come ci si aspettava da tempo ormai e come confermato diverse volte in questi ultimi mesi la BCE smetterà di comprare titoli di Stato dei paesi dell’Unione, spingendo le varie economie a gestire da soli l’andamento dei propri investimenti. Ha così spiegato il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi:
I recenti sviluppi confermano le precedenti valutazioni del Consiglio direttivo sulle prospettive di inflazione a medio termine: la forza di fondo della domanda interna e dei salari continua a sostenere la nostra fiducia, che proseguirà la convergenza sostenuta dell’inflazione verso il nostro obiettivo, e verrà mantenuta anche dopo una graduale liquidazione dei nostri acquisti netti. Il Consiglio direttivo continua pertanto ad anticipare che, in base ai dati in arrivo che confermano le nostre prospettive di inflazione a medio termine, gli acquisti di attività nette si concluderanno a dicembre 2018.
E sulla situazione italiana ha spiegato, pur non nominando il nostro paese direttamente:
Politiche insostenibili alla fine costringono a aggiustamenti economici socialmente dolorosi e finanziariamente costosi, che possono minare la coesione nell’Unione economica e monetaria. L’area euro area può essere esposta a rischi che originano da politiche domestiche insostenibili che portano a debiti troppo alti, vulnerabilità del settore finanziario e mancanza di competitività.
Pur apprezzando il dialogo ora iniziato, il Governatore della BCE preferisce non entrare troppo nel merito, sottolineando come sia necessario ancora una volta, e di primaria importanza, abbassare il debito.