L’azienda Torinese, simbolo dell’automobile Italiana, in Italia non ci vuole più stare e non è una novità. Dovendo conquistare il mercato mondiale è necessario decentrare la produzione per ottimizzare i margini e quant’altro, ma anche espandersi a nuovi mercati e realtà. Ogni occasione è quindi buona per annunciare chiusure in Italia e riaperture all’estero, ma questa volta non si tratta di una scusa ma di una necessità.
Secondo le stime, la Fiat perderà il 10% di quote di mercato in Marzo grazie agli scioperi in corso; la notizia viene diffusa al 20esimo giorno di sciopero del servizio di autotrasporto. Così il comunicato che arriva direttamente dal Lingotto:
se la situazione non si normalizzerà nei prossimi giorni la Fiat dovrà procedere ad ulteriori chiusure degli impianti italiani, compreso lo stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco che è impegnato nel lancio europeo della nuova Panda.
Domani è prevista la chiusura dell’impianto di Melfi (Matera) e gli occhi sono ovviamente tutti puntati al titolo in borsa. Sappiamo quanto il mondo economico sia ormai distante da quello finanziario e per questo la reazione a Piazza Affari di domani potrebbe sorprendere; la chiusura di un impianto in Italia causerà sfiducia per l’azienda, che volta le spalle al Paese che l’ha sempre protetta (innegabili sono gli aiuti dello Stato durante gli anni), oppure è occasione di aumentare i margini di guadagni e la crescita, ora bloccata dagli scioperi? La risposta non tarderà ad arrivare e probabilmente, in virtù proprio del distacco tra i due mondi di cui sopra, sarà atteso un rialzo speculativo sull’apertura di Marchionne ai nuovi mercati ed al decentramento della produzione ora in grande difficoltà.
La reazione in Borsa di domani darà indicazioni nel lungo periodo e definirà le reali potenzialità di crescita per il titolo FIAT a Piazza Affari viste le politiche sposate da Marchionne.
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