Crollano verticalmente le Borse mondiali in chiusura di giornata; l’andamento negativo della settimana nel Vecchio Continente trova conferma nel venerdì di chiusura, con il FTSE-Mib che cede oltre un punto e mezzo portandosi sotto a 15200 punti e rilanciando la paura di un nuovo crollo sotto i minimi del 2009. Peggio Wall Street, dove la sorpresa del ribasso lascia senza fiato gli investitori, che velocemente corrono ai ripari; il crollo verticale della prima ora avvia le contrattazioni sulla scia della negatività nell’Eurozona e rilancia la paura per l’inadeguatezza della FED nel momento di crisi attuale. Tornando indietro nel Vecchio Continente, nonostante le emissioni di titoli di Stato di ieri sono state tutto sommato positive le tensioni aumentano ed i 13000 punti tornano ad essere visibili con l’indice ormai prossimo a sfondare quota 15000 (punto di non ritorno di medio termine). La ripresa a questo punto potrà avvenire solo con il recupero di 15500 punti entro martedì prossimo, tempo limite per invertire la rotta e tornare a puntare verso l’alto. Il crollo del settore bancario conferma le paure degli investitori; la crisi è strutturale e finchè non verrà trattata partendo dal settore chiave (che ora cede quasi il 2,50%) ci saranno ancora ricadute, fino all’affondo totale ed irreversibile.
Grazie alla BCE ed all’Unione Europea l’Italia e gli altri Paesi membri possono tirare un respiro di sollievo nonostante la negatività sulle Piazze, visto che l’impegno monetario a favore della crisi potrebbe quadruplicare secondo le ultime indiscrezioni. Anche se al momento la ripresa potrebbe slittare in avanti e c’è la paura per una revisione dei minimi di lungo termine, c’è da dire che il mercato dimostra divergenze che lasciano aperte tutte le ipotesi. In un quadro specifico il crollo attuale spaventa gli investitori, ma a guardare nel complesso le Piazze Europee non si può dare ancora nulla per scontato ed il close di settembre diventa puramente indicativo.