Lim Liang Song, 51 anni, è l’amministratore delegato di Changi Airport International (Cai), società di investimenti dell’aeroporto di Singapore, ritenuto il più bello ed efficiente al mondo. E’ anche il socio orientale dei Benetton e di Mediobanca in Gemina, che controlla Aeroporti di Roma (Adr). A Singapore è noto come “Mister Lim” e ha tanto denaro da investire. Vorrebbe farlo in Adr, ma qualcosa non quadra. Così Lim esce allo scoperto, lancia l’allarme sullo scalo capitolino e invita l’esecutivo Monti a sostenere l’aeroporto.
Lim ha dichiarato di essere molto preoccupato per il ritardo del contratto di programma. Secondo Lim, “Fiumicino sta operando oltre la capacità per il quale è stato disegnato. C’è una congestione terribile, soprattutto in estate, e questo rende inefficienti sia lo scalo sia le operazioni delle compagnie, con conseguenze sui conti”. Il contratto di programma di cui parla il capo di Changi è stato approvato giusto un anno fa dall’Enac, ma deve essere ancora sbloccato dal governo.
Gli azionisti di Adr chiedono l’adeguamento delle tariffe a quelle praticate nello scalo di Linate, dove il contratto di programma è stato già ottenuto dalla rivale Sea. La richiesta dei soci Adr è di portare la tariffa per passseggero a 26,3 euro da 16 euro, che sarebbe la condizione necessaria per avviare finalmente il piano di investimenti da 12,1 miliardi di euro per ampliare Fiumicino ed evitarne il collasso. Il masterplan è stato disegnato proprio da Changi. Per Adr c’è poi la partita con le banche: senza adeguamento tariffario il debito da 1,17 miliardi di euro rischia di non essere pià finanziato.
Singapore ha un ruolo importante a Fiumicino. Changi ha l’8,4% di Gemina, che controlla Adr, e si posiziona appena dietro i Benetton e il duo Mediobanca-Toti. Tuttavia, se si somma la sua quota con quella che il fondo sovrano della città-stato asiatica ha in Sintonia (che possiede il 35,18% di Gemina), Singapore diventa il secondo azionista di Adr.