Oggi è stato l’ultimo giorno di negoziazione per le azioni privilegiate e di risparmio Fiat. Stando agli analisti di mercato, la scelta di eliminare dalle quotazioni i titoli appartenenti a queste categorie sarebbe imputabile alla volontà di condurre a una semplificazione societaria che potrebbe portare alla completa fusione di Chrylser e Fiat. Tra le principali ipotesi per giungere all’obiettivo di cui sopra, il reverse merger tra Fiat Industrial e la Cnh, quotata a New York.
Compiendo un passo in avanti, invece, c’è chi già prospetta delle importanti variazioni nella struttura produttiva degli impianti italiani e americani, dando oramai per certo (ma chissà quanto possono valere, almeno per il momento, tali ipotesi), il trasferimento di buona parte delle linee produttive dall’altra parte dell’Oceano, dove Chrysler e – soprattutto – l’economia statunitense, potrebbero essere pronte ad accogliere Fiat a migliori condizioni di costo.
Più nel dettaglio, stando a quanto emerso tra le pagine de La Repubblica, la produzione di trattori, pulmann e camion dovrebbe in buona parte trasferirsi laddove gli oneri sono minori (anche se ci sarà da superare l’ovvio scoglio sindacale in merito). Non solo: il trasferimento potrebbe riguardare anche i titoli azionari e, in tale ottica, è da interpretarsi come la “morte” delle contrattazioni delle azioni Fiat risparmio e privilegiate, dopo che sia quelle Industrial che quelle Auto verranno convertite in ordinarie.
Il rapporto di conversione è stato fissato a 0,85 azioni ordinarie ogni privilegiata, a 0,875 azioni ordinarie per ogni azione di risparmio. Ne seguirà, ma più a medio termine, la fusione con Chrysler anche da un punto di vista azionario. Intanto, ancor prima di scommettere sul matrimonio tra i due brand dell’automotive, c’è chi prevede un rapido reverse merger tra i titoli Cnh e quelli Fiat Industrial, con un’operazione che porterebbe il passaggio delle azioni da Piazza Affari a Wall Street, per una fuga all’estero già ripercorsa da Prada, ora quotato a Hong Kong.