Alessandro Bernini, direttore finanziario di Eni, ha definito l’emissione obbligazionaria settennale del Cane a Sei Zampe come “opportunistica”, in quanto si è sfruttato il momento più opportuno per finanziarsi a costi contenuti. Eni ha collocato bond a 7 anni per 750 milioni di euro, con cedola del 3,75% e rendimento a scadenza del 3,84%. Il rendimento spuntato dal colosso energetico italiano è nettamente più basso rispetto a quello offerto dal Btp di pari scadenza (intorno al 5,5%), ma è anche inferiore a quello ottenuto con l’emissione di gennaio da un miliardo di euro.
L’emissione obbligazionaria di gennaio aveva una durata di 8 anni con rendimento effettivo del 4,32% (cedola del 4,25%). Oltre alla duration dei titoli, la differenza con l’emissione di inizio anno sta anche nel timing del collocamento. Eni ha approfittato della minore tensione presente sui mercati rispetto a qualche giorno fa per finanziarsi, anche se effettivamente non c’era il reale bisogno. Infatti, le due emissioni avvenute quest’anno servono per coprire tutte le scadenze del prossimo anno, quando Eni dovrà rimborsare 1,6 miliardi di bond.
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La domanda è stata piuttosto sostenuta. Infatti, le richieste da parte degli investitori hanno superato 1,6 miliardi di euro e sono arrivate soprattutto dalla Francia (51%). Buona anche la domanda dalla Germania (16%), mentre dall’Italia sono arrivate richieste per l’8% del totale. La domanda per i bond Eni è giunta anche da Spagna, Svizzera, Belgio, Regno Unito e qualche altro paese europeo. Compagnie assicurative e grandi fondi long-term hanno fatto il 90% del book.
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I bond Eni sono percepiti come meno rischiosi dei Btp italiani, anche se secondo Bernini “non sono emittenti confrontabili”. Il direttore finanziario di Eni ricorda che il gruppo energetico ha il 90% delle sue attività all’estero ed è quindi poco esposto al rischio-Italia. Il bond sarà quotato alla borsa del Lussemburgo, regolato dalla legge inglese e con rischio di cambio “sterilizzato” (sarà in ogni caso rimborsato in euro “forte”). Il rating di Eni è “A” per Standard & Poor’s con outlook negativo, migliore di due livelli rispetto al rating della Repubblica Italiana.