Si torna nuovamente a parlare di Brunello Cucinelli: la spa umbra attiva nella magliera d’alta moda è una vera e propria “matricola” per quel che concerne Borsa Italiana, visto che il suo debutto risale a pochissimi giorni fa, ma le soddisfazioni non tardano a presentarsi. In effetti, bisogna senza dubbio sottolineare come l’azienda in questione, la cui specializzazione principale è quella del cachemire, è già riuscita a ricavare 1,34 punti percentuali sul listino, attestandosi a quota 11,31 euro per ogni singolo titolo azionario, dei numeri e dei traguardi che non sono certo da trascurare, in particolare se si pensa che stiamo parlando della prima Ipo del 2012 per Piazza Affari.
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D’altronde, la quotazione iniziale dello scorso 27 aprile parlava chiaramente di 7,5 euro, quindi un primo progresso è già stato registrato in meno di due settimane. Nel frattempo, la Consob (Commissione Nazionale di Società e Borsa) ha focalizzato la propria attenzione proprio sul gruppo perugino, cercando di capire quale sia la reale composizione dell’azionariato interno in questo momento così particolare della vita aziendale. Anzitutto, il fondatore Brunello Cucinelli detiene la quota più consistente in questo senso, vale a dire il 63,3%. Le altre partecipazioni sono invece molto più piccole in dimensioni, ma non meno importanti.
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Ad esempio, una quota del 2,85% è appannaggio di un fondo di nazionalità americana, Fmr (la sede si trova a Boston), mentre ancora più bassa è quella che è riuscita ad assicurarsi Capital Research and Management (il controllo in questione non supera il 2,05% dell’azienda). La lista continua poi con Giovanna Manfredi, manager che vanta una partecipazione del 2,51%, di poco inferiore rispetto a quella di Monterubello (3% per la precisione), una percentuale che è detenuta in proprietà indiretta attraverso Ermenegildo Zegna Holditalia, rimanendo pur sempre una quota rilevante rispetto alla composizione complessiva del capitale.