E’ una prestazione evidentemente molto deludente quella che sta producendo Mediaset nelle attuali sessioni di negoziazione in Borsa Italiana. Il mercato finanziario ha infatti paura che le prospettive sulla raccolta pubblicitaria – scarse – possano pregiudicare il mantenimento della rotta tracciata dalla compagnia operante nel settore delle telecomunicazioni e dei media e, per tale motivo, ha spinto fino a un – 8% le quotazioni del titolo.
A spingere le vendite del big televisivo della famiglia Berlusconi – e di conseguenza a generare sensibili pressioni al ribasso nelle quotazioni delle azioni – sono stati i commenti dei principali analisti di Mediobanca, che analizzando i conti periodali relativi al primo semestre dell’anno, e l’andamento della raccolta pubblicitaria nei mesi estivi, hanno affermato di attendersi, per Mediaset, un’estate molto debole.
Di fatti, appena ieri il gruppo aveva annunciato una flessione degli utili del 73%, a 43 milioni di euro, sorprendendo tuttavia in positivo per quanto concerne la riduzione dei costi con effetti positivi sulla marginalità operativa. Il chief financial officer Marco Giordani ha inoltre avuto modo di ribadire che il piano di 250 milioni di risparmi nel triennio si farà regolarmente, rimandando comunque gli stakeholders al prossimo mese di novembre per eventuali aggiornamenti.
Mediaset ha inoltre incrementato la guidance del tax rate 2012 al 60%, escludendo operazioni straordinarie che invece erano state paventate nelle ultime settimane, alimentate da rumors mai confermati, come la partnership della pay tv (in perdita operativa) e la riduzione della quota in EiTowers.
Male (malissimo) le indicazioni sul fronte pubblicitario, con un crollo del 10,2 per cento nel primo trimestre e del 13,4 per cento nel secondo trimestre. Stando ai dati provvisori, la raccolta pubblicitaria di luglio e di agosto è andata perfino peggio (- 20 per cento) e tutto lascia intendere che a settembre non vi sarà una poderosa riscossa.
Pochi giorni fa, Barclays aveva bocciato Mediaset.