Con gli ultimi dati del terzo trimestre 2012, Amplifon ha reso noto di aver conseguito un utile netto consolidato pari a 16,7 milioni di euro, in diminuzione del 17,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. In copmenso si è registrato un lieve incremento dei ricavi, tuttavia esattamente in linea con le attese dei principali analisti di mercato (+ 1,3 per cento a 596,4 milioni di euro) con gli analisti di Banca Akros che consigliano l’accumulate sul titolo, con target price confermato a quota 4,20 euro.
In forte crescita il business in Nord America, dove la società ha ottenuto un incremento del fatturato del 19,2 per cento a 97,6 milioni di euro. Bene anche l’area Asia Pacifico, con un incremento del 16,2 per cento a 98,6 milioni di euro e nel Regno Unito, con un incremento del 5,4 per cento a 31,3 milioni di euro, grazie all’evoluzione favorevole dei tassi di cambio (vedi anche il nostro ultimo approfondimento sul bilancio Amplifon 2011).
“In particolare” – commenta il quotidiano Milano Finanza in seguito alla pubblicazione dei dati – “in Nord America il completamento della trasformazione del business model verso il canale indiretto ha influenzato in modo significativo la redditività (ebitda pari a 17,5 milioni, +75,8% rispetto al 30 settembre 2011). Mentre l’area Asia-Pacifico ha beneficiato dell’ottima performance conseguita in Australia (+20,6%). La profittabilità di quest’area, pari a 28,7 milioni a livello di ebitda, ha evidenziato un incremento del 18,8%. Tuttavia, le problematiche già registrate nel primo semestre dell’anno in Europa, in particolare in Olanda, Svizzera e Germania, hanno fatto scendere nei primi nove mesi il margine operativo lordo del gruppo a 88,3 milioni, (-1,8%), una contrazione comunque inferiore alle attese visto che Banca Akros si aspettava un ebitda a 87,4 milioni, l’utile operativo a 53,7 milioni (-8,1%) e l’utile netto a 16,7 milioni (-17,8%)”.
La riduzione dell’utile sembra invece esser anche dovuta all’effetto combinato di minori oneri finanziari e maggiori tax rate, pari al 52,6 per cento contro il precedente 45,3 per cento.