Si fa molto più vicina la separazione di Eni da Snam. Il Tesoro – azionista di controllo di entrambe le parti – ha infatti scelto di prevedere la cessione, sul breve termine, di Snam Rete Gas alla Cassa Depositi e Prestiti. A dirlo è il presidente del consiglio dei ministri, che ha firmato un decreto che prevede i criteri, le condizioni e le modalità con le quali la società che gestisce i “tubi” verrà separata da Eni.
Un testo molto snello, composto da tre articoli, nei quali il governo ha spiegato in che modo intende centrare i propri obiettivi , ovvero completare il processo di liberalizzazione del settore del gas in Italia, fare di Snam l’azienda che lavorerà congiuntamente con altri partners per la generazione di un hub del metano per l’intera area del Mar Mediterraneo, divenendo un punto di riferimento per l’intero Continente europeo.
Tra le righe del testo si legge, inoltre, come sia “necessario valorizzare appieno la strategicità di Snam, permettendo a tale società di perseguire, anche nell’interesse nazionale, le attività di sviluppo a livello europeo, in parte già programmate, e di finanziare gli investimenti in infrastrutture (come gasdotti, rigassificatori e stoccaggi), idonee a promuovere il ruolo del Paese come hub europeo del gas”.
► PASSERA SMENTISCE PROGETTO FUSIONE SNAM – TERNA
Inoltre, si legge ancora nel documento, il governo ritiene “preminente interesse pubblico assicurare il mantenimento di un nucleo stabile” che possa controllare la maggioranza della società quotata in Borsa italiana. Il nucleo stabile sopra anticipato, si concretizza nella scelta di rendere la Cassa depositi e prestiti come nuovo azionista di controllo. Una scelta che ha privilegiato la Cassaforte, piuttosto che Terna (la quale aveva proposto un progetto per rilevare Snam): evidentemente, l’esecutivo ha preferito che Terna concentri sforzi e risorse per i miglioramenti sulla rete, piuttosto che entrare in nuovi business.