Leonardo Del Vecchio, attraverso la sua Delfin, ha ceduto una quota pari al 7 per cento nel capitale di Luxottica. Una cessione concretizzatasi nella vendita di 33 milioni di titoli che hanno una quotazione sul mercato secondario pari a oltre 29 euro: in totale, pertanto, un giro transazionale di un miliardo di euro, “volta ad aumentare la liquidità del titolo” – così ha dichiarato il patron del gruppo, e che non sarà seguita da ulteriori operazioni di dismissione di quote del capitale della società, almeno da parte del suo partecipante di maggioranza.
La Delfin, holding lussemburghese mediante la quale Del Vecchio controlla il 66% del gruppo, “conferma il proprio impegno in Luxottica e non intende cedere ulteriori azioni della società successivamente al completamento dell’operazione” – si legge infatti in una nota diffusa a mezzo stampa.
La Delfin si è inoltre impegnata ad applicare un impegno di lock up di 180 giorni sui titoli che rimarranno di sua proprietà, salvo eventuali cessioni al servizio dei piani di incentivazione azionaria che la società ha già in corso presso le proprie strutture. In altri termini, per sei mesi, al fine di stabilizzare la quotazione in Borsa dei propri titoli, la compagnia si impegna a non effettuare operazioni sulle proprie quote.
Nel collocamento del 7 per cento di Luxottica sono impegnati alcuni partner come Goldman Sachs, in qualità di book runner, e di Unicredit, in qualità di co-bookrunner.
Nella giornata di ieri il titolo Luxottica (recentemente promossa da Ubs) ha chiuso pressochè invariato a 29,41 euro, in forte rialzo rispetto al valore dello stesso periodo dello scorso anno, quando non riuscva a superare i 19 euro. Bisognerà ora comprendere come il mercato reagirà a questa scelta da parte della società holding di Del Vecchio, nell’auspicio che non venga interpretato come un disimpegno di natura finanziaria.
Luxottica era altresì una delle nostre protagoniste nello speciale: quali azioni acquistare per difendersi dal rischio contagio.