Enel chiude il 2007 con i ricavi e gli utili in crescita: secondo i dati preliminari il gruppo ha registrato un +13,2% nei ricavi, a 43,6 miliardi di euro contro i 38,5 del 2006. Il margine operativo lordo ha superato i 10 miliardi di euro con un incremento maggiore del 25%. L’indebitamento finanziario netto si è attestato a 56 miliardi di euro, in conseguenza all’acquisizione del 67,5% del capitale sociale di Endesa.
Come sottolineato da Fulvio Conti, amministratore delegato, malgrado Endesa sia stata consolidata proporzionalmente solo a partire dall’ultimo trimestre, il suo contributo si è già fatto sentire. Il balzo del margine operativo lordo ha permesso di confermare il dividendo a 0,49 ad azione, cosa che molti analisti ritenevano improbabile.
Il dato sull’indebitamento stona tra gli altri, ma è dovuto alla campagna acquisti portata avanti da Enel in Spagna in cordata con Acciona, costata 27 miliardi. Anche sul fronte russo l’Opa su Ogk-5 potrebbe costare altri 2,5 miliardi. Alcune case di rating in vista della attesa crescita dell’indebitamento avevano già rivisto al ribasso le raccomandazione, ma Fulvio Conti si è detto sicuro che già a partire dal 2008 il debito possa cominciare a ridursi.
Le previsioni per il 2008 sono per una discesa del debito a 50 miliardi entro la fine dell’anno, differenza che sarebbe usata probabilmente per altre acquisizioni, tra cui quella riguardante la russa Ogk-5. Con tassi intorno al 5% un tale debito costerebbe 2,5 miliardi l’anno circa: Endesa raggiunge da sola un margine operativo lordo di 5 miliardi, permettendo così di ripagare il debito annualmente ed annullare gli interessi. Dopo la diffusione dei conti Enel premiata a Piazza Affari, guadagnando il 2% a quota 7,405 euro: il titolo ha tratto giovamento anche dalle previsioni pessimiste della maggior parte degli analisti, poi non confermate dai dati.
Nel frattempo la Commissione Ue ha deciso di aprire una procedura d’infrazione contro la Spagna per i limiti imposti ad Enel ed Acciona proprio nell’acquisizione di Endesa. Sotto accusa l’Autorità Spagnola per l’Energia e le restrizioni che aveva posto sulla fusione, contrarie ai principi di libertà di movimento di beni e capitali, e colpevole di avere violato la competenza esclusiva di Bruxelles sulle fusioni comunitarie.
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