Gli analisti di Credit Suisse stanno riducendo il target eps su Eni, con contestuale abbassamento del target price sui titoli azionari da 21,5 a 21 euro. Alla base delle nuove osservazioni vi è l’evidenza che le difficoltà del gruppo in Algeria (dove Eni ha tre progetti in fase di start-up quest’anno: El Merk, MLE e CAFC, che contano per il 3 per cento della produzione prevista per il 2014) possano andare a inficiare i percorsi di crescita nei ritmi precedentemente auspicati.
Nonostante tali avvisaglie di rischio, la banca svizzera ha comunque deciso di mantenere il proprio rating outperform su Eni, valutando evidentemente come in incremento il valore prospettico della compagine nel corso del 2014, pur con una minore convinzione.
Stando a quanto riportavano gli analisti – con dichiarazioni ribaltate sul quotidiano Milano Finanza, “il 2013 non è stato gentile con Eni finora. Ora ci aspettiamo meno dell’1% di crescita della produzione, sotto la guidance della società del 2%. Tuttavia, c’è la speranza che Eni possa raggiungere una crescita sopra la media nel 2014-2015, del 5-6% annuo, grazie ai grandi progetti accrescitivi in termini di margini, anche se ci sono rischi che queste previsioni non si verifichino” (nel corso degli ultimi giorni abbiamo altresì avuto modo di evidenziare la revisione delle stime 2013 di Saipem, società appartenente al gruppo della compagnia petrolifera).
Contemporaneamente, prevede la società, il free cash flow 2013 potrebbe essere influenzato molto negativamente dal debole andamento della divisione Gas&Power e dalle perdite di Saipem, lasciando così il gruppo incapace di coprire il proprio dividendo con un price del petrolio a 112 dollari al barile di quest’anno. Più convinte sono invece le proiezioni sul free cash flow nel 2014.
Per quanto attiene il futuro a breve termine, l’istituto elvetico pone l’accento sull’avvio di Kashagan nel prossimo luglio e l’inizio del recupero dei costi nel terzo trimestre. Importanti anche gli avvii dei progetti di Angola e Goliat.