L’Eurispes nel Rapporto Italia 2008, presentato a Roma, ha rilevato che soltanto un terzo delle famiglie italiane (esattamente il 38,2%) riesce ad arrivare alla fine del mese. In un anno è raddoppiata la percentuale dei nuclei familiari che ricorrono ai prestiti passando dal 5 al 10%. È quindi un’Italia sempre più povera quella descritta dal Rapporto Eurispes del 2008. Sono 5 milioni le famiglie a rischio povertà. Pochissime quelle che riescono ancora a risparmiare qualcosa alla fine del mese: il 13,6% contro il 25,8% del 2007 e il 27,9% del 2008. Venti milioni i lavoratori sottopagati.
Il 78,5% degli italiani nutre poi pessimismo e sfiducia nella situazione economica. Questo sentimento di pessimismo è il più alto registrato nel corso degli ultimi 6 anni. Soltanto il 10,9 % dei cittadini continua a guardare con speranza al futuro dell’economia italiana. L’istituto ha anche sondato la percezione degli italiani rispetto al caro-vita: per più di 9 italiani su 10 (il 19% in più rispetto all’anno precedente) nel corso del 2007 i prezzi sono aumentati.
Secondo il rapporto, il 54,6% dell’economia non osservata è rappresentato dal lavoro sommerso, il 28,4% dall’evasione fiscale a opera di aziende e imprese e il 16,9% dalla cosiddetta economia “informale”. Il flusso di denaro generato dal lavoro sommerso si è attestato a 300 miliardi di euro ed è formato da almeno 6 milioni di persone che fanno il doppio lavoro, 800.000 immigrati clandestini che producono 24 miliardi; 600.000 immigrati con regolare permesso di soggiorno per 18 miliardi di euro; 2 milioni e 320.000 tra i pensionati che producono lavoro sommerso, per una cifra di 43,5 miliardi; il 18,8% di casalinghe che svolgerebbe piccoli lavori (es. baby sitter) complessivamente per 24 miliardi di euro. Lo studio stima inoltre che il 50% delle persone in cerca di occupazione lavorino totalmente in nero per 12,6 miliardi di euro, mentre la quota di sommerso “informale” si annida, ad esempio, nel mercato degli affitti per 93 miliardi di euro. Secondo Eurispes, l’incidenza dell’economia sommersa rispetto al Pil ufficiale italiano è di almeno il 35,5%.
Cos’altro aggiungere? Se non fossimo in Europa, sotto l’ala protettrice di un euro forte, la nostra moneta sarebbe stata più volte svalutata e l’inflazione sarebbe in crescita continua.
Cos’altro aggiungere? Se non fossimo in Europa, sotto l’ala protettrice di un euro forte, la nostra moneta sarebbe stata più volte svalutata e l’inflazione sarebbe in crescita continua.
via | ANSA