Il dieselgate non è finito con la multa alla Volkswagen, e ora gli USA lanciano accuse alla FCA e alla Renault. Alla notizia ieri, il gruppo capeggiato da Marchionne aveva avuto un tracollo (-16% a Milano e -10% a New York), ma oggi a Milano ha fatto segnare un +7,4%, anche grazie alle puntualizzazioni che sono arrivate, rispetto al caso del colosso tedesco. FCA ha meno veicoli in circolazione rispetto alla Volkswagen, e non c’era intenzione di dolo. E poi è un gruppo italo-americano, e si pensa che Trump non voglia usare la mano pesante con le aziende di casa. Probabile che le penalità, nel caso vengano applicate, saranno molto inferiori rispetto a quelle per i tedeschi, su cui c’erano anche giochi politici trasversali.
Male invece la Renault, l’ultima casa automobilistica ad essere finita nel mirino del dieselgate. I francesi hanno ceduto il 4% sul titolo, molto meno rispetto al tracollo italo-americano di ieri, ma il Tribunale di Parigi ha aperto un’inchiesta sulla quale la Borsa parigina ha già mostrato tutta la sua ansia. A novembre era stata l’agenzia transalpina per la concorrenza ad aprire un’indagine che poi è stata trasmessa alla magistratura, che ha oggi ufficialmente dato un seguito con possibili reati di frode.