Il bilancio 2011 di Finmeccanica sarebbe “apocalittico” se ci fermassimo solamente a guardare i numeri, ma per fortuna c’è un motivo dietro alle cifre diffuse ed il mercato da’ ragione ad Orsi , il quale ritiene che la perdita di 2.3 miliardi di euro sia “dovuta a fenomeni eccezionali e oneri non ricorrenti per 3,2 miliardi di euro”.
L’indebitamento finanziario netto è di 3.44 miliardi di euro (+10% dal 2010) anche se “l’assenza di necessità di rifinanziamento a breve e la durata media del debito, pari a circa 10 anni, garantiscono la solidità finanziaria del Gruppo” secondo il direttore generale Alessandro Pansa. I ricavi sono calati del 7% a 17.3 miliardi di euro e l’ebitda è negativo per 216 milioni di euro. Gli ordini sono diminuiti del 22% ed il free operating cash flow, positivo nel 2010 (443 milioni di euro) diventa negativo per 358 milioni di euro.
Orsi ci tiene a sottolineare che anche se il 2011 è stato un anno estremamente difficile, grazie ad una “revisione della strategia industriale e del modello di business tecnologico“, Finmeccanica potrà attuare una ristrutturazione che “sarà pulita: senza aumenti di capitale, senza bad company. Insomma, senza chiedere soldi ai taxplayers“.
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Positiva la risposta di Piazza Affari; il titolo apre in vetta (sopra a 4.132 euro per azione) per stabilizzarsi ed aumentare la distanza con il bottom di Lunedì prossimo a 3.376 euro; il gap aperto con il close di ieri tuttavia potrebbe far tornare il titolo sui suoi passi, riducendo il guadagno attuale del 6.33% fino ad arrivare allo 0% per chiudere la “finestra di prezzo”. La positività tuttavia porta nuovi investitori che credono nella ristrutturazione a “costo zero”e guardando il titolo come un’occasione d’acquisto per una svalutazione che è solo temporanea e dettata dalle circostanze. La perdita di quota 3.80 euro costringerà gli investitori a rivedere la posizione di breve, anche se nel medio periodo Finmeccanica si è guadagnata la fiducia generale.
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