La Fondazione Monte dei Paschi di Siena, socio storico e di riferimento dell’istituto di credito, ora al centro di ben note vicende finanziarie ed extra finanziarie, ha venduto un altro pezzo del proprio portafoglio di partecipazioni nella banca. Una mossa non certo sorprendente, visto e considerato che la Fondazione sta cercando di “fare cassa” andando a monetizzare almeno in parte le quote detenute nel capitale dell’istituto bancario ora in questione.
Di fatti, come rilevato a mezzo stampa, l’ente fondativo ha ceduto un altro 0,77 per cento del Monte Paschi. Per l’Ente, che da tempo soffre di difficoltà di liquidità, e che si appresta altresì a cambiare lo Statuto, l’incasso è pari a 20,7 milioni.
La vendita – secondo quanto precisa Palazzo Sansedoni, sede dell’ente fondativo, è finalizzata “esclusivamente alla costituzione di un adeguato livello di liquidità, in modo da salvaguardare l’equilibrio finanziario nel medio termine”.
Stando a quanto affermato da una nota diffusa dal quotidiano Il Giornale, “l’operazione è avvenuta in febbraio a un prezzo medio di 23 centesimi per azione. Il pacchetto venduto faceva parte della quota dell’1,44 per cento iscritta nell’attivo circolante e libera da vincoli. Con questa mossa la quota detenuta dalla Fondazione in Mps scende al 34,17 per cento, mentre resta un’altra quota dello 0,77 per cento libera per la vendita. A fine gennaio l’Ente annunciava che, per la propria «sopravvivenza», sarebbe sceso sotto al 33,5 per cento” (qui invece un nostro recente approfondimento sull’azione di risarcimento danni Monte Paschi Siena).
Proseguono intanto le indagini condotte sull’istituto di credito al fine di ricostruire in maniera puntuale e trasparente quanto accaduto sul fronte gestionale della banca dall’epoca dell’acquisto di Antonveneta, ai successivi derivati contratti con istituti di credito tedeschi e giapponesi, fino a giungere ai giorni nostri. Una ricostruzione che si preannuncia tutt’altro che agevole, e che nel corso degli ultimi giorni è stata altresì funestata da eventi non certo lieti.