Il Gruppo L’Espresso è stato condannato dalla commissione tributaria regionale di Roma a pagare 225 milioni di euro per una serie di eventi che risalgono al “lontano” inizio degli anni ’90. In particolar modo, la commissione avrebbe dichiarato legittima la ripresa a tassazione di 440 miliardi di lire di plusvalenze, realizzate e non dichiarate, e di quasi 14 miliardi di lire per il recupero di costi assunti come indeducibili, e relativi a dividendi e credito d’imposta, con applicazione delle sanzioni ai minimi di legge e condanna alle spese di giudizio.
Dal canto suo, il Gruppo L’Espresso ha rilevato come i propri ricorsi contro tali accertamenti siano stati accolti in due differenti gradi di giudizio, e che i fatti contestati erano già stati dichiarati insussistenti in sede penale. Pertanto, stando a quanto riporta Radiocor, L’Espresso riterrebbe la sentenza di ieri “manifestatamente infondata, oltrechè palesemente illegittima sotto numerosi aspetti di rito e di merito”, confidando che possa essere presto annullata.
All’Ansa ha parlato invece l’avvocato del Gruppo Espresso, Livia Salvini, che ricorda come la società si fara valere nelle opportune sedi giudiziarie. “A più di venti anni dai fatti contestati, che risalgono al 1991, dopo che già in due gradi di giudizio le Commissioni Tributarie avevano accolto i ricorsi del Gruppo Editoriale L’Espresso, e dopo che in sede penale era stata dichiarata l’insussistenza del fatto, la commissione tributaria regionale di Roma, in sede di rinvio della Cassazione, con la sentenza n. 64/9/12, depositata il 18 maggio u.s. Ha dichairato la parziale legittimità di due accertamenti fiscali riguardanti tra l’altro le complesse vicende societarie che hanno portato alla suddivisione tra Cir e Fininvest del Gruppo Arnoldo Mondadori Editore e alla successiva quotazione in borsa di La Repubblica. I Giudici romani riconoscono, contro la tesi dell’Agenzia delle Entrate, la piena correttezza e legittimità dell’operato de L’Espresso nel trattamento contabile e fiscale delle operazioni relative alle azioni La Repubblica”.
► BILANCIO GRUPPO L’ESPRESSO 2011
“Essi affermano, tuttavia, che le operazioni societarie avvenute all’interno del Gruppo Editoriale L’Espresso e funzionali alla quotazione in borsa di La Repubblica siano di carattere elusivo, confermando quindi l’applicazione dell’imposta sul reddito alle ‘plusvalenze realizzatè nell’ambito di tali operazioni” – ha dichiarato il legale.