Gucci, uno dei marchi del lusso più noti in Italia, tramite una controllata si è aggiudicato la gara indetta dal Tribunale di Firenze per la vendita di Richard Ginori. Non sono infatti state presentate delle offerte alternative alla scadenza del bando pubblico e, pertanto, l’unica busta aperta in sede giudiziaria è stata proprio quella del brand tricolore, che contiene l’impegno (peraltro, già annunciato) a versare 13 milioni di euro e reimpiegare subito 230 dipendenti su 305 (per gli altri 75 si aprirà invece una trattativa).
“Cercheremo di minimizzare l’impatto sociale della riorganizzazione” – ha in proposito commentato Bernardo Marasco, segretario Filctem-Cgil di Firenze – “È comunque positivo che ci troviamo finalmente davanti a un progetto industriale, dopo tanti fallimenti legati a interessi di rendita finanziaria o immobiliare su Richard Ginori”.
Stando a quanto invece affermato da una nota del gruppo controllato dalla francese Ppr (in procinto di cambiare il nome in Kering) – “il nostro obiettivo è il rilancio dello storico marchio fiorentino, sinonimo di qualità, artigianalità e made in Italy, gli stessi valori alla base del successo del marchio Gucci. Alla luce di questi obiettivi strategici, Gucci intende investire in un programma industriale per sostenere i piani produttivi, oltre che supportare Richard Ginori nei processi d’innovazione, ricerca e sviluppo anche attraverso la valorizzazione, la formazione e il mantenimento delle qualificate risorse umane già presenti in azienda”.
Prevista per oggi una conferenza stampa all’interno della quale si cercherà di spiegare come la soceità intende sviluppare le sinergie tra i due brand, prevalentemente in ambito distributivo. “Il manager, convinto assertore dell’importanza del legame con il territorio, confermerà il valore strategico del Museo Richard Ginori a Doccia, quartiere a Nord-Ovest del capoluogo toscano, e il ruolo irrinunciabile della sede di Sesto Fiorentino, 130mila metri quadrati con un affitto in scadenza nel dicembre 2016, di proprietà della Ginori real estate in liquidazione, che fa capo per il 50% a un gruppo d’immobiliaristi locali e per l’altro 50% al fallimento Richard Ginori (su questa quota Gucci ha chiesto un diritto d’opzione, tra le condizioni della sua offerta)” – chiosava in proposito Il Sole 24 Ore.