Il quotidiano La Repubblica ha condotto un interessante approfondimento all’interno del sistema di gestione di Intesa Sanpaolo, uno dei big del credito europeo. La banca fondata sull’asse Torino – Milano utilizza (ancora) il sistema duale, abbandonato da altri player di riferimento (Mediobanca). Ma con quali risultati? A spiegarcelo le dichiarazioni del presidente del consiglio di sorveglianza di ISP, Giovanni Bazoli, che difende a spada tratta un sistema di gestione suddiviso tra il consiglio di amministrazione e un consiglio di sorveglianza.
“L’abbandono recente da parte di due banche (Banco Popolare e Mediobanca, ndr) del modello dualistico e lo scarso numero di società che lo mantengono hanno fatto pensare a un fallimento del modello ma gli abbandoni sono fisiologici” – si è affrettato ad affermare Bazoli, parlando ad un convegno organizzato dalla Banca d’Italia, come riportato sulle pagine online del quotidiano (vedi anche il titolo Intesa Sanpaolo promosso da Equita Sim, pochi giorni prima).
Secondo Bazoli, infatti, “la funzione di controllo nel consiglio di sorveglianza assume connotati diversi e non risolvibili rispetto ai controlli svolti tradizionalmente. Il consiglio sorveglianza smette i panni di una mera verifica formale e assume i connotati di un controllo diretto che non è solo ex posto ma anche e soprattutto ex ante”. Non solo: la Repubblica riporta come Bazoli ritenga che “l’attribuzione (invalsa in quasi tutte le banche), per via statutaria, al consiglio di sorveglianza anche della supervisione strategica. E’ naturale completamento e rafforza coerenza interna perché permette al sistema dualistico attuare appieno le potenzialità per efficace funzione di controllo (…) emerge molto nettamente il ruolo proprio del presidente consiglio sorveglianza, una funzione indispensabile non solo all’interno ma anche all’esterno perchè il presidente non è più ‘primus inter pares’ ma gli viene riconosciuto fondamentale ruolo raccordo fra i consigli (…) Per una banca l’esistenza di soci di riferimento” – chiude Bazoli – “rappresenta un valore e non un problema e configura quasi una condizione, se non necessaria, certo molto favorevole per assicurare quella stabilità connessa alla sana e prudente gestione”.