Gli analisti di Deutsche Bank ritengono che il settore auto in borsa sia destinato ancora a soffire nei prossimi mesi, dopo aver sperimentato già quest’anno grandi difficoltà. In Europa la recessione ha fatto crollare le vendite dei grandi player continentali, che hanno potuto tenere a galla i loro bilanci solo grazie ai ricavi realizzati in paesi con maggiore crescita, soprattutto Far east asiatico e Stati Uniti. La casa d’affari tedesca ha sottolineato, in un recente report, che il divario tra “vincitori e ritardatari” si è ampliato tra le varie aziende automobilistiche.
Gli specialisti della banca tedesca fanno notare che gruppi come Fiat e Peugeot hanno sperimentato un “rapido declino dei livelli di profittabilità nei loro business principali, rimanendo in una debole posizione a livello competitivo”. Mentre i profitti globali del comparto automotive hanno attraversato una fase interlocutoria, alcuni colossi dell’industria dell’auto – come Ford, General Motors, Hyundai – hanno fatto nettamente meglio del mercato sfruttando la loro elevata esposizione nei mercati emergenti ad alta crescita.
Per il 2012 gli specialisti di Deutsche Bank si aspettano una nuova flessione del 4% delle vendite in Europa. La banca tedesca ritiene che la capacità industriale continuerà ad espandersi in altre parti del mondo, facendo aumentare le pressioni competitive in molti mercati. L’industria dell’auto si trova in una fase cruciale per il suo futuro e ormai alle prese con una radicale trasformazione dell’industria stessa. Secondo Deutsche Bank le società meglio piazzate per sfruttare i nuovi trend del settore sono General Motors, Delphi, Goodyear Tyre, Cooper Tyre e American Axle in Nord America; Volkswagen, Renault e Michelin in Europa; Nissa, Toyota e Bridgestone in Giappone e Brilliance in Cina.
Per quanto riguarda Fiat, di recente è stata inserita nel novero dei titoli meno preferiti da Equita Sim, che ha abbassato il rating a “hold” da “buy” e confermato il target price a 5 euro. Secondo la sim milanese, nei prossimi due anni il free cash flow sarà negativo e i catalyst positivi (acquisizione delle minorities di Chsyler e lo sviluppo di nuove partnership) sembrano essere più lontani. Venerdì il titolo Fita ha comunque chiuso con un rialzo del 2,65% a 3,56 euro.