Le azioni Saipem stanno sperimentando una fase ribassista molto accentuata negli ultimi due mesi. Dal 17 settembre scorso, ovvero quando il titolo toccò i suoi massimi storici a 40,12 euro, è avvenuto un calo superiore al 25% e ieri i prezzi sono scesi sui minimi più bassi da oltre 4 mesi a 31,9 euro. Stamattina il titolo quota a 32 euro con un progresso minimo dello 0,03%, dopo che ieri era avvenuto una nuova debacle con un crollo confermato in chiusura del 4%.
A pesare molto sull’andamento del titolo sono le recenti bocciature arrivate dalle banche d’affari e dai grandi broker internazionali, che in diversi casi hanno rivisto la loro raccomandazione e il prezzo obiettivo. La revisione dei giudizi sul titolo è la conseguenza diretta di alcune incertezze evidenziate dopo la pubblicazione dell’ultima trimestrale. I dubbi non arrivano tanto dalla redditività, che si mantiene ancora su livelli accettabili, bensì dall’aumento dell’indebitamento, che a fine settenbre scorso era balzato pericolosamente del 37,5% a 4,4 miliardi di euro rispetto ai 3,2 miliardi di euro di fine dicembre 2011.
La banca svizera Ubs ha tagliato il target price a 37 euro da 40 euro, confermando invece il rating a “neutral”, mentre il broker nipponico Nomura ha portato il target a 38 euro da 39 euro con rating invariato a “neutral”. Nomura ha rivisto al rialzo le stime di utile per azione per il 2012 a 2,3 euro da 2,09 euro, mentre per il 2013 la stima sull’eps è stata alzata a 2,61 euro da 2,31 euro. Secondo Ubs il 2013 sarà un anno di transizione per Saipem, a causa della mancanza di grossi progetti di costruzione offshore e per la lentezza dell’onshore.
Ubs apprezza molto la storia di lungo termine di Saipem, ma ritiene che le stime di consensus sono destinate a diminuire nel breve periodo con le azioni che trattano a 14,2 volte il p/e 2013. Di recente il titolo Saipem aveva subito una pesante bocciatura dalla banca francese Societé Générale, che aveva tagliato il rating a “hold” da “buy” con target abbassato a 39 euro da 43 euro.