Tutto pronto, o quasi, per l’avvio della liquidazione della Carlo Tassara, che dovrebbe prendere il via la prossima settimana affidando a un advisor esterno il mandato per la cessione del 34 per cento della Alior Bank, il pacchetto del 12,8 per cento della Eramet e della Comilog. Attraverso tali vendite si spera di poter avviare con successo la stagione delle dismissioni, che potrà poi condurre alla cessione delle quote italiane.
A parlarne è stata, pochi giorni fa, Laura Galvagni sull’edizione online de Il Sole 24 Ore, secondo cui l’obiettivo di questa primissima fase “è portare a casa in tempi stretti la valorizzazione di questi asset e quindi, nel secondo semestre 2013, procedere alla vendita delle partecipazioni in titoli italiani, tra i quali il 19,14% di Mittel, l’1,73% di Intesa Sanpaolo, l’1,2% di Mediobanca, l’1,42% di Ubi, il 2,5% di A2A e l’1,14% di Mps.
Scatta dunque, come previsto dall’accordo di stand still firmato a suo tempo con le banche creditrci la vendita “forzata” delle partecipazioni estere della Carlo Tassara, la società che fa capo a Romain Zaleski. In ballo, d’altra parte, ci sono 2,5 miliardi di prestiti concessi dagli istituti che ora vogliono rientrare. Il patto con le banche siglato in maggio 2011 prevedeva infatti che per l’inizio del 2013 fosse restituita buona parte dell’esposizione scendendo sotto 1,45 miliardi. Ciò non è stato possibile, complice la congiuntura e l’esito di alcune valorizzazioni. Il 10% di Edison, per esempio, ha consentito un incasso di 460 milioni rispetto a un valore di carico aggiornato, post rettifiche, a fine 2011 di 462 milioni“.
Per quanto invece concerne la Alior Bank, la banca polacca, in odor di interesse di Sberbank, quotata poche settimane fa alla Borsa di Varsavia, è attualmente in una buona fase di crescita e la cessione del 34 per cento delle partecipazioni potrebbe condurre la valorizzazione dell’asset su soglie ideali (vedi anche Sberbank, approdo europeo entro la fine dell’anno).
Alla luce di tutto, i problemi potrebbero dunque nascere proprio dalle partecipazioni, visto e considerato che a bilancio 2011 l’intera galassia di quote tricolori era pari a 1,26 miliardi di euro, e che ora è invece vista in fase di rapido deprezzamento.