Il trend discendente sulla curva dei tassi italiani sta spingendo gli investitori istituzionali a ricercare attività finanziare più rischiose per ottenere rendimenti in grado di battere l’inflazione. Una conferma arriva dallo straordinario successo del Btp Italia, che ad ottobre ha raccolto più di 18 miliardi di euro grazie al rendimento minimo “reale” del 2,55%, che con un costo della vita superiore al 3% offre uno yield davvero niente male. Così i gestori vanno a caccia di azioni ad alto rendimento. A Piazza Affari le occasioni non mancano.
In prima linea c’è senza dubbio Eni. Il colosso petrolifero guidato da Paolo Scaroni evidenzia un dividend yield del 5,8%, ma anche una certa solidità del titolo in borsa sebbene negli ultimi tempi c’è stata una marcata correzione dai top di periodo. Bisogna ricordare che oggi queste azioni offrono un differenziale di rendimento rispetto ai bond emessi dalla stessa società ai massimi storici. Ad esempio, il gestore della rete elettrica nazionale Terna ha collocato di recente un bond quinquennale con rendimento del 2,93% contro un 7,2% del dividend yield.
Il dividend yield non è altro che il rapporto tra il dividendo e il prezzo dell’azione. Alain Zeitouni, responsabile multi-gestioni di Russell, fa notare che nel lungo periodo il dividendo rappresenta più della metà del rendimento complessivo di un’azione. Karl Huber di Pioneer sottolinea come negli ultii 40 anni i dividendi hanno rappresentato il 70% del rendimento totale dell’azionario europeo. Huber evidenzia come oggi il rapporto prezzo/utili sia sceso sui minimi più bassi degli ultimi 25 anni.
Per ciò che concerne le scelte strategiche dei fondi che investono sulle azioni europee ad alto rendimento, BlackRock European Equity Income punta su Terna, Atlantia, Telecom Italia ed Eni; M&G Global Dividend su Tod’s; Allianz European Equity Dividend su Terna e Snam Rete Gas; Consultinvest Alto Rendimento su Eni; Pioneer Funds – European Target Equity Income su Snam.