Il Fondo Monetario Internazionale definisce insufficienti le misure prese per fermare il contagio della crisi in Eurozona e rilancia l’allarme dopo il “giovedì nero”. La giornata di ieri, iniziata in un clima positivo dopo la tenuta di mercoledì scorso, ha subito nel pomeriggio un drastico cambio di rotta dopo la conferenza stampa di Mario Draghi, dove sono state annunciate le nuove misure a sostegno dell’Euro.
Il FTSE-Mib, dopo un’avvio praticamente neutro, ha visto una fase positiva che stava per convincere gli investitori sul potenziale rialzista; la smentita è arrivata con il test del top del 31 luglio scorso, fallito con una long upper shadow su cui sono scattate le vendite. La sfiducia verso l’Euro da parte degli investitori globali ha trascinato il mercato Europeo sotto i minimi di apertura e sotto i minimi a tre giorni, facendo tornare il clima che si respirava a metà luglio sui mercati.
La posizione del Fondo Monetario Internazionale è netta; secondo l’istituzione non si è fatto abbastanza per fermare il diffondersi della crisi e lo stress sul settore bancario non permette ancora l’avvio di una ripresa economia come invece ci si aspetterebbe dopo un anno giusto dall’avvio della crisi sui debiti sovrani.
L’allarme del FMI si estende anche agli USA. Anche se l’attenzione mediatica mondiale è orientata solo sul Vecchio Continente, oltre oceano gli Stati Uniti dovranno evitare un buco da 4000 miliardi di dollari di sgravi fiscali per controllare la spesa del prossimo anno. La prima potenza economica mondiale esce adesso dalla crisi dei sub-prime, ma le acque sembrano essere ancora agitate a Wall Street, dove il mercato risente della situazione globale in maniera decisiva, mettendo in pericolo la crescita e la ripresa del settore bancario.