Le principali sigle sindacali rendono noto che il management dell’istituto di credito Monte dei Paschi di Siena avrebbe ridotto le esternalizzazioni di personale da 2.300 unità a 1.600 unità. Una decisione che è stata accolta favorevolmente dai rappresentanti dei lavoratori dell’istituto bancario, ma che tuttavia non distoglie l’attenzione dalle conseguenze di quanto sta accadendo all’interno dei piani alti dell’azienda di credito toscana. Cerchiamo pertanto di comprendere cosa potrà accadere ai lavoratori di Mps in questo nostro breve approfondimento.
La scelta di Mps non è stata un vero e proprio passo indietro, quanto un’opzione di ridurre il perimetro delle esternalizzazioni del personale dagli oltre 2.300 addetti indicati nel piano industriale a circa 1.600 addetti. “Lo rivelano i sindacati della banca in un comunicato sullo stato delle trattative nel quale lamentano il passo indietro di Rocca Salimbeni quando invece sembrava profilarsi una soluzione diversa” – sottolinea Il Sole 24 Ore, riportando alcune dichiarazioni contenute nel comunicato.
“Non vorremmo” – scrivono in merito le segreterie dei sindacati aziendali (Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl e Uilca), qui sul piede di guerra – “che questa rigidità manageriale derivasse esclusivamente dalla necessità di presentare ai mercati l’uscita di migliaia di colleghi dal gruppo”.
“I sindacati” – conclude infine il quotidiano economico finanziario – “ricordano di aver proposto ipotesi di riduzione del costo del personale al fine di superare le tensioni occupazionali con la ricerca di «soluzioni solidaristiche e socialmente sostenibili». Tra le proposte dei sindacati, la destinazione dei risparmi sul costo del lavoro (temporanei e limitati al triennio del piano industriale) al finanziamento del fondo per il sostegno al reddito indispensabile per attuare dei prepensionamenti. Tra i sacrifici proposti, tuttavia, la banca non considererebbe i 185 milioni rivenienti dalla decurtazione della retribuzione del personale del gruppo nel 2012”.
I tempi, nei dintorni di Siena, sono ancora piuttosto duri. Vedremo cosa accadrà alle strutture operative dell’istituto di credito nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno.