A fronte dell’andamento degli ultimi giorni a Piazza Affari (ma anche nel resto dell’Eurozona) si sta valutando una revisione delle previsioni riguardanti il 2012; l’FMI aveva dato ormai per certo che il 2012 sarebbe stato un anno di recessione così come il successivo 2013, con crolli del PIL ed aumento spropositato del peso del debito pubblico per l’Italia stessa. Dopo la serie di rialzi che ha messo a segno il mercato Italiano e la serie di ribassi sullo spread btp-bund si comincia a vociferare di una riduzione delle previsioni da 1 anno a 3 mesi circa.
Se la tendenza fosse consolidata (senza considerare per il momento Euro/Dollaro su cui le previsioni diventano ora indipendenti rispetto ai mercati) e nei giorni seguenti assisteremo ancora ad un recupero di quota 16000 sul FTSE-Mib allora effettivamente potremmo pensare che nei prossimi due mesi e mezzo la situazione si potrebbe stabilizzare in favore di un grande recupero di lungo periodo per tutto il resto del 2012, a dispetto delle peggiori previsioni che sono state fatte.
A contrastare questa visione ottimistica ci sono però le tensioni crescenti per gli scioperi in Italia; sembra infatti che chi aveva previsto una situazione simile alla Grecia cominci a vedere realizzate le proprie aspettative e questo ovviamente contribuisce a portarci più vicino alla situazione di Atene piuttosto che a quella di Berlino. Anche se è troppo presto per far scattare gli allarmismi siamo quindi costretti a mantenere alta l’attenzione nei prossimi giorni per capire che evoluzione avrà la rivolta scattata dopo il decreto sulle liberalizzazioni (ma si può dire che sia il frutto di tutto il lavoro del nuovo Governo Monti).
►Decreto liberalizzazioni contro i settori deboli
Intanto Piazza Affari torna sui suoi passi: dopo tre giorni di rialzi consecutivi il mercato scende al 70% del range di salita precedente e per il momento non spaventa, visto che il livello critico è posizionato a 15500 punti e sembra che oggi difficilmente verrà superato al ribasso in close daily. L’attenzione si sposta quindi alla giornata di domani, che in condizioni avverse potrà invertire la tendenza.