Non si sentiva parlare da molto tempo delle quotazioni e delle vicende di Parmalat: come se la passa attualmente l’azienda di Collecchio? Le vicissitudini legate all’acquisizione da parte di Lactalis sembrano lontanissime, la situazione attuale è improntata senza dubbio al pessimismo, visto che le ultime contrattazioni del titolo sono state piuttosto deboli. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che i listini hanno fatto registrare un calo lieve, ma pur sempre un declino (0,13 punti percentuali in meno per la precisione), con il titolo azionario che si è attestato a quota 1,571 euro. Questo vuol dire che Parmalat si trova in grossa difficoltà quando si trova ad affrontare le pressioni al ribasso.
D’altronde, il trasferimento del capitale della compagnia emiliana (1,4 miliardi di euro) alla stessa Lactalis è avvenuto appena un mese fa e, nonostante si sia trattato di una operazione sostanzialmente legittima e prevista, a qualcuno è sembrato addirittura un “furto”; tra l’altro, questo trasferimento rischiava perfino di rimanere segreto, ma fortunatamente è intervenuta la Consob per riportare un po’ di trasparenza da questo punto di vista. Non fa nemmeno piacere venire a sapere che una società controllante importante come Lactalis vanti in questo preciso momento storico un indebitamento di ben 3,66 miliardi di euro, un dato che si riferisce allo scorso mese di giugno (tre mesi prima lo stesso dato era inferiore, 3,56 miliardi nello specifico).
Poi, occorre sottolineare anche un altro evento che sta coinvolgendo Parmalat in questi ultimi giorni. In effetti, Italatte (il gruppo Lactalis nel nostro paese) ha siglato un accordo con gli allevatori della Lombardia per quel che concerne i prezzi per la fornitura di latte crudo: per il quarto trimestre di quest’anno il prezzo è pari a 40,3 centesimi di euro per litro, mentre per il primo trimestre del prossimo anno, la quota salirà ulteriormente, fino a 40,7 centesimi, in linea con i mesi precedenti.
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